VIDEO | Il consigliere comunale d'opposizione riporta l'attenzione sul caso della piccola affetta da una grave forma di epilessia e invita il primo cittadino Cennamo ad «alzare la voce e far adempiere il suo dovere a chi non lo adempie»
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«La piccola Gioia è diventata patrimonio della città e tutta la città deve difenderla». L'ex consigliere regionale della Calabria ed ex sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta, oggi consigliere comunale d'opposizione, interviene nuovamente sulla vicenda di Gioia (nome di fantasia), la bimba di soli cinque anni affetta da una grave forma di epilessia a cui non viene riconosciuta l'assistenza infermieristica a scuola. Aieta punta il dito contro l'amministrazione comunale guidata da Ermanno Cennano, che non sarebbe in grado di tutelare il diritto alla salute della bimba. «Quando guidavo io la città ho sempre fatto rispettare i miei cittadini, soprattutto quelli più deboli. Adesso nessuno vuole mettere la propria responsabilità sul tavolo», dice ancora Aieta, facendo riferimento allo scaricabarile tra Comune e Asp di Cosenza.
Cosa è accaduto
La piccola Gioia frequenta l'asilo a Cetraro. Affetta da una malattia rara e da una grave forma di epilessia, frequenta la sua classe soltanto due o tre ore a settimana. Nel febbraio scorso è rimasta vittima di una grave crisi epilettica che avrebbe potuto mettere a rischio la sua incolumità. Spaventata, la sua mamma ha chiesto la presenza fissa di un infermiere specializzato, in grado di intervenire in caso di necessità, per tutto il tempo di permanenza a scuola di sua figlia. Il Comune dice di aver fatto pienamente il proprio dovere inviando a scuola una puericultrice e un assistente alla persona, pagando le spese con i fondi per disabili di cui è destinatario, e indica la sanità pubblica come unica responsabile della salute della piccola. Dal canto suo, l'Asp di Cosenza fa sapere che non si occupa dell'invio di infermieri specializzati nelle scuole e di non avere alcun potere decisionale in merito. La scuola, nel mentre, tace.
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Nessuna responsabilità
Per sbrogliare la matassa della burocrazia, Aieta ha fatto richiesta di accesso agli atti per capire se e quali siano state le interlocuzioni tra il municipio cetrarese e l'ente bruzio di via Alimena. «In tutta onestà - continua Aieta -, devo dire che ho un'interlocuzione virtuosa con l'assessore alle Politiche Sociali Barbara Falbo, la quale, pur confermando che il Comune non abbia nessuna responsabilità nella vicenda, si è messa a disposizione». Ma non basta. «La questione, a questo punto, diventa politica, perché il capo dell'amministrazione, il responsabile della salute dei cittadini non batte un colpo e noi non possiamo assistere inermi al silenzio tombale sulla vicenda di una bimba che vuole avere solo una vita normale e che può essere assicurata solo dalla presenza di un infermiere». Aieta incolpa apertamente il sindaco Ermanno Cennamo di non aver difeso la piccola Gioia con le unghie e con i denti. «Ha sbagliato strategia, il suo silenzio è assordante, perché se vi è la consapevolezza che questa materia non è di competenza del Comune, allora il sindaco deve alzare la voce e far adempiere il suo dovere a chi non lo adempie. La sciatteria che pervade gli uffici dell'Asp di Cosenza - dice, infine - deve venire fuori. Basta con la scusa delle relazioni istituzionali con la quale ci hanno ubriacato in questi anni. Gioia ha il diritto di vivere la sua felicità. E noi - conclude, parlando a nome del suo gruppo politico - non ci fermeremo».