Barriere architettoniche e frontiere digitali nel mondo forense seminario formativo che ha focalizzato un tema molto delicato e pregnante in tutti gli ambienti giudiziari: alla Casa delle Culture di Catanzaro un pomeriggio di studio che ha trattato il pieno esercizio della professione legale anche ai diversamente abili.

«Io mi sento uno che ha dovuto in qualche modo rialzare la testa e comunque vivere per cui mi sono detto cerchiamo di vivere al meglio». Forte ed apprezzata la testimonianza diretta dell'avv. Marco Cerminara, fervido sostenitore dell'iniziativa in quanto responsabile del Dipartimento nazionale Disabilità del Movimento Forense.

A farsi promotori di "Avvocatura e disabilità 4.0: barriere architettoniche e frontiere digitali" sono stati il Rotary Catanzaro ed il Movimento Forense, col patrocinio dell'Ordine degli Avvocati del capoluogo di regione.

Rotary e Movimento Forense

«È un argomento che a noi rotariani sta particolarmente a cuore - ha detto la presidente Elena Grimaldi, avvocato pure lei -  in quanto il nostro club realizza molti progetti tanto a livello locale, così come anche nazionali, come la battaglia per eradicare la poliomelite»

«Penso che si ancora ha una situazione molto critica - ha sostenuto Angela Pugliese, neo presidente del Movimento forense -  perché siamo ancora all' inizio ed il processo telematico può diventare una trappola. Sia per noi avvocati non diversamente abili, quindi figuriamoci per chi ha qualche disabilità, per cui penso che è ancora il cammino sia molto lungo».
Saranno più i passi fatti in avanti o quelli da fare?

In Tribunale ancora tanto da fare

«Il Tribunale di Catanzaro è un esempio di superamento delle barriere - ha detto l'avv. Fabrizio Sigillò, docente di Informatica giuridica all'Umg - sia per larghi e i corridoi, per il passaggio della passerella riservata a tutti i disabili, non solo ovviamente ai colleghi avvocati e magistrati. Rimangono alcune mancanze strutturali che sono dichiarate tecniche, mancano alcuni schermi adatti alla lettura di documenti e allo svolgimento di attività di udienze incompatibili con la condizione in cui si trova
la persona con disabilità».