VIDEO | La nostra è tra le cinque regioni italiane con il fabbisogno maggiore. L'allarme è lanciato da Alleanza per l'infanzia e EducAzioni che chiedono al Governo e alle amministrazioni locali nonché agli atenei di mettere in campo una programmazione adeguata (ASCOLTA L'AUDIO)
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Asili nido e scuole dell’infanzia a rischio, nonostante i fondi del Pnrr. L’allarme lo lanciano Alleanza per l’infanzia (rete nazionale di organizzazioni e associazioni impegnate nella promozione e tutela dei diritti dei bambini e ragazzi e dei loro genitori) e EducAzioni (network di reti e alleanze del civismo attivo, del terzo settore e del sindacato che si pongono l’obiettivo del contrasto alla povertà educativa). Un vulnus che si aggiunge a quello già rilevato di recente dai dati Istat elaborati da Openpolis che indicano la Calabria come una tra le regioni fanalino di coda del Paese nell’offerta educativa destinata ai più piccoli.
Troppo pochi i nidi comunali nella nostra regione: solo l’11,9% dei bambini infatti vi trova posto, poco più di 5.200 a fronte di 44mila residenti al di sotto dei tre anni. Una percentuale ben al di sotto della media nazionale, che già di per sé non brilla. Un 27,2% che a sua volta guarda dal basso l’obiettivo del 33% di copertura fissato dall’Europa. Non sembrerebbe neanche eccessivamente distante, se non fosse che i dati di Openpolis si riferiscono al 2020 e il “goal” dell’Ue doveva essere raggiunto già nel 2010.
Non solo, perché adesso il gioco si complica ulteriormente. L’Unione europea, infatti, rilancia attraverso la Raccomandazione 14785/22 del 29 novembre 2022 che punta l’asticella ancora più in alto: obiettivo di copertura il 45% entro il 2030. Una corsa affannosa per l’Italia e in particolare per quelle regioni come la Calabria in cui il divario da riempire è più ampio.
In soccorso ci viene il Pnrr, con i finanziamenti previsti per scuole dell’infanzia e nidi che in Calabria ammontano a 220 milioni di euro (su un totale di 4,6 miliardi a livello nazionale) per 183 interventi totali. Di questi, 196,2 milioni sono destinati agli asili per la fascia 0-3 anni: in tutto, 164 progetti riportati nelle graduatorie pubblicate ad agosto scorso, di cui 52 ammessi e 112 riserve. Ma le difficoltà sono dietro l’angolo.
Non solo, infatti, l’obiettivo posto dall’Ue è ora ben più ambizioso, ma rischia di aprire delle falle importanti laddove alla nuova e più ricca offerta educativa in termini di strutture non dovesse accompagnarsi un’adeguata programmazione. Questo è quanto segnalano Alleanza per l’infanzia e EducAzioni: a fronte dei nuovi posti creati grazie ai finanziamenti del Pnrr mancano in tutta Italia 32.143 educatori. Di questi 2419 nella sola Calabria (per quasi 17mila nuovi posti), che è tra le cinque regioni con il fabbisogno maggiore assieme a Campania, Sicilia, Lombardia e Puglia.
«È urgente – dicono le associazioni – una progettazione articolata e congiunta tra atenei, amministrazioni regionali e enti locali affinché siano qualificati educatrici/educatori e docenti in numero corrispondente al fabbisogno previsto nei vari territori, anche al fine di evitare, come già accade per altri ordini scolastici, problematici fenomeni di migrazione di docenti da una regione all’altra». L’auspicio, dichiarano, è che «la Raccomandazione europea sia recepita con lungimiranza dal Governo nazionale e dalle amministrazioni regionali e locali» in quanto «l’Italia può raggiungere gli ambiziosi obiettivi previsti, se saranno messe a disposizione adeguate risorse finanziarie e si procederà a un’adeguata e articolata progettazione di una maggiore offerta di servizi educativi inclusivi e di alta qualità».