Arte e folklore alla base della rinascita politica e culturale dell’Arbëria: senza gli appassionati la politica attuale non ce l’avrebbe fatta e se oggi c’è un terreno su cui coltivare ancora e da cui ripartire lo si deve all’attività costante che non si è mai fermata nel campo delle tradizioni locali. I gruppi folkloristici, in particolar modo, laddove sono assenti realtà professionali più definite, hanno rappresentato luoghi di formazione delle giovani generazioni che hanno imparato lingua e costumi attraverso canti e danze.

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A Santa Sofia d’Epiro, Maria Teresa Conte, responsabile artistica del locale gruppo folk e traduttrice, sottolinea come è proprio all’interno delle attività del mondo folkloristico che anche la conservazione della lingua ha mantenuto un contatto con la realtà, garantendo la possibilità del ricambio linguistico. «La lingua subisce processi naturali – spiega, – per cui anche le parole possono perdersi e possono però anche essere recuperate, rinnovate». Insomma, come qualunque organismo, la parola guarda al futuro, soprattutto se è cantata e “sentita”. La vera rivoluzione nel mondo del recupero dell’identità arbëreshe è stata fatta dal basso.