Sempre più chiaramente si afferma il principio che rilanciare l’Arbëria significa rilanciarne la lingua. Articolato l’impegno di esperti e referenti ma difficile il dialogo con gli enti locali, dalla scuola alla politica, per i lunghi decenni di abbandono dove poche voci si alzavano per combattere un declino inarrestabile che le stesse istituzioni favorivano. Chiara l’accusa nei confronti della scuola che scoraggiava i dialetti, senza rendersi conto del danno immenso al patrimonio culturale e di valori soprattutto delle minoranze linguistiche.

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Matrimoni misti e spopolamento hanno contribuito nel tempo a determinare una disgregazione linguistica pesante che si è inserita in un collasso del tessuto sociale che oggi stenta a riprendersi. Demotivazione nella popolazione e dimenticanza della propria identità – che si è mantenuta forte solo nelle generazioni più anziane – hanno determinato uno stato che oggi richiede interventi mirati, seri e continuativi, per salvare una cultura secolare e ricchissima, un vero fulcro di opportunità per la Calabria in una prospettiva non solo regionale ma ormai internazionale.