Ancora una volta San Benedetto Ullano si presenta come modello per la Calabria, per sviluppare l’imprenditoria nei piccoli paesi e guardare al futuro. Soprattutto se i piccoli paesi sono caratterizzati da annosi problemi come lo spopolamento, la perdita della parlata locale, la “fuga” dei cervelli.

I paesi arbëreshë queste problematiche le affrontano in maniera pesante e con grande determinazione – più di tanti altri piccoli centri – si sono posti l’obiettivo di recuperare la propria identità, a partire dalla capacità di fornire servizi all’interno dei comuni. Così a San Benedetto Ullano si parla di economia con il rilancio delle piccole imprese, unitamente alla ristrutturazione degli spazi, grazie anche ai fondi PNRR, per incoraggiare la permanenza nel paese e implementare il benessere individuale, anche grazie all’incremento del turismo lento che porta sempre più persone ad interessarsi a percorsi alternativi alle grandi mete di viaggio dei decenni precedenti.

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I paesi dell’Arbëria hanno chiaro l’obiettivo: le piccole storie individuali diventano comunità e la comunità che funziona genera interesse. Insieme ai progetti culturali, la spinta sugli aspetti sociali e imprenditoriali a San Benedetto Ullano stanno dimostrando che è nella quotidianità ben strutturata che si recupera l’identità. Le piccole imprese, come quella di Vincenza Ullanello sono luoghi in cui esercitare la lingua, in cui l’accoglienza e la comunità rafforzano i propri legami tra generazioni.

Il segreto è lavorare sull’unicità, la parola chiave che permette di riorientare le persone e ritrovare un senso al tran tran quotidiano che ha portato rapidamente ad un deperimento della qualità della vita soprattutto nei grandi centri. Anche l’Amministrazione è convinta che rilanciare il “vivere bene” sia in sostanza la politica più rivoluzionaria da attuare per restituire dignità e dare respiro ai piccoli comuni e, ancora una volta, il mondo albanofono si dimostra pronto ad accettare la sfida.