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ROMA - Via libera della Commissione parlamentare antimafia al nuovo codice di autoregolamentazione per la formazione delle liste in vista delle ormai imminenti elezioni. Il nuovo codice etico che presto diventerà un disegno di legge andando ad integrare la Severino è composto da una serie di norme più rigide rispetto al passato recente. Basta il rinvio a giudizio per finire nella black-list.
Prevenzione. Il regolamento approvato dalla Commissione all’unanimità non ha – per stessa ammissione della presidente Rosy Bindi - un valore sanzionatorio, ma è un invito alle forze politiche a presentare persone con precisi requisiti. Un invito rivolto ai partiti, ai movimenti, alle liste per la designazione dei candidati ai più livelli: dalle elezioni europee a quelle comunali, passando dalle politiche alle regionali. Un invito che, vale a maggior ragione, per i presidenti delle Regioni e delle Province e per i sindaci.
White-list. Avere liste pulite, significa evitare di candidare chi è stato rinviato a giudizio e non solo chi è già stato condannato in primo grado come vuole la legge Severino. Prevista l’incandidabilità per una tornata elettorale nei confronti di quei sindaci i cui comuni sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Il codice etico redatto dalla Commissione parlamentare antimafia è esteso anche ad una serie di reati commessi contro la Pubblica Amministrazione e vale – particolare di non poco conto - anche per presidenti e consiglieri delle aziende pubbliche nominati dalla politica. Sull’applicazione del codice e sulla stesura delle liste elettorali vigilerà la stessa Commissione antimafia. Primo banco di prova per la Calabria, il Comune di Reggio. (mf)