Il 12 marzo 1985, il direttore della casa circondariale di Cosenza, Sergio Cosmai, percorreva in auto una strada di periferia per andare a prendere la figlia all’asilo. Un gesto quotidiano, che però i sicari della 'ndrangheta avevano studiato per settimane.

A metà tragitto, una Colt verde gli taglia la strada. Dario Notargiacomo e Stefano Bartolomeo, killer del clan Perna-Pranno, scendono con il volto coperto da barbe e parrucche posticce e iniziano a sparare con una pistola e un fucile a canne mozze.

Nonostante le ferite, Cosmai riesce a innestare la retromarcia nel disperato tentativo di salvarsi, ma i colpi continuano a raggiungerlo. L’auto si ferma e i sicari si danno alla fuga, recuperati poco dopo da Nicola Notargiacomo a bordo di un’auto pulita. Trasportato d’urgenza in una clinica pugliese, Cosmai morirà dopo giorni di agonia.

Piantato l'albero della legalità

L'evento commemorativo, organizzato dall'Associazione nazionale magistrati (Anm) del Distretto giudiziario di Catanzaro, ha visto la partecipazione di numerose autorità. Il tutto si è svolto davanti al tribunale, nell'area dedicata alla memoria di Enzo Tortora.

Tra gli interventi, il presidente della Corte d'Assise di Cosenza, Paola Lucente, ha ricordato come la figura di Sergio Cosmai rimanga indelebile nella memoria di chi combatte l'illegalità, ripercorrendone le vicende processuali. Hanno preso la parola anche il vicesindaco di Cosenza, Maria Locanto, il procuratore capo di Cosenza, Vincenzo Capomolla, in attesa di insediarsi ufficialmente il 4 aprile, il pm Bianca Battini, segretario dell'Anm di Cosenza, il presidente dell'Anm del Distretto giudiziario di Catanzaro, Giovanni Strangis, e il presidente dell'Anm di Cosenza, Urania Granata.

Alla cerimonia erano presenti il prefetto di Cosenza, Rosa Maria Padovano, il direttore del carcere di Cosenza, Maria Luisa Mendicino, il procuratore aggiunto di Cosenza, Antonio D'Alessio, il comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri, colonnello Andrea Mommo, il comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Giuseppe Dell'Anna, oltre al dirigente regionale del Dap e diversi rappresentanti della Questura di Cosenza, della Polizia Penitenziaria e della Polizia Municipale di Cosenza.

Ha partecipato inoltre una rappresentanza di studenti del Liceo Pitagora.

Assenti i familiari di Sergio Cosmai, impegnati in una commemorazione nella città d'origine. Tuttavia, hanno fatto pervenire un messaggio di ringraziamento al presidente Strangis, sottolineando il valore della memoria e dell'impegno nella lotta all'illegalità.

Il ricordo di Sergio Cosmai: legalità e speranza

A quarant’anni dal suo omicidio, la città di Cosenza e l’Associazione nazionale magistrati lo hanno ricordato con un’iniziativa simbolica: la piantumazione di un albero, emblema del sacrificio e dei valori di giustizia per cui Cosmai ha perso la vita.

Il magistrato Giovanni Strangis, presidente Anm distretto giudiziario Catanzaro, ha dichiarato: «Il ricordo di Sergio Cosmai è un invito al rispetto della legalità, al rispetto delle norme, all'interno delle quali è possibile trovare una libera espressione della propria personalità. Il fine rieducativo della pena non riguarda solo i detenuti, ma l’intera società. Studenti, professionisti, cittadini: tutti siamo chiamati al rispetto della libertà di ciascuno di noi».

Il giudice Urania Granata, presidente della sottosezione Anm di Cosenza: «Commemoriamo i 40 anni del barbaro omicidio di Sergio Cosmai con la piantumazione di un albero, simbolo della sua memoria. Il coraggio e il sacrificio degli uomini giusti affondano le loro radici e diffondono un messaggio di speranza, giustizia e libertà. Oggi non solo ricordiamo, ma celebriamo la vita e la speranza».

Un sacrificio che ha lasciato il segno

Sergio Cosmai è stato un uomo che ha sempre difeso la legalità, anche in un contesto difficile come quello delle carceri calabresi. Per questo, la 'ndrangheta lo ha ucciso.

Oggi il suo nome vive nella memoria collettiva e nel viale che porta il suo nome, simbolo di un sacrificio che continua a ispirare le nuove generazioni.