Spazio anche per gli amari calabresi alla 56ma edizione del Vinitaly. Una scelta condivisibile del Dipartimento Agricoltura, guidato dall’assessore Gianluca Gallo, per premiare la leadership nazionale di mercato conquistata da questo particolare comparto degli alcolici. Fa da traino, ovviamente, la corazzata del Gruppo Caffo che è stata capace con il suo Vecchio Amaro del Capo di sbaragliare ogni concorrente diretto in termini di vendite e diffusione. Una battaglia vinta, ma non semplice, per la grande azienda calabrese guidata da Sebastiano (detto Nuccio) Caffo, perché la competizione si è svolta con marchi e prodotti di tutto rispetto, alcuni dei quali hanno fatto la storia del Paese. Parleremo in un prossimo articolo della presenza di Caffo al Vinitaly 2024, non prima di aver ricordato che il Vecchio Amaro del Capo, in tutte le sue declinazioni, con accanto l’Elisir Borsci S. Marzano, il Petrus Boonekamp, l’Amaro S. Maria del Monte, significano oggi circa il 40% del venduto italiano di amari. Un traino straordinario per altri brand calabresi che coltivano la filosofia del territorio.

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Ma veniamo ora a Bruno Autelitano, figlio del compianto Nino, inventore del Bergotto, l’ottima bibita gassata al bergamotto. Al posto di comando de La Spina Santa, impresa che ha sede a Bova Marina, Bruno sta dimostrando prudenza, sicurezza, competenza e voglia di fare: è molto giovane, ma sin da ragazzino è stato coinvolto dal pionieristico padre nelle attività di produzione e di commercializzazione. Un’esperienza e una “gavetta” fondamentali.

Ho incontrato Bruno Autelitano proprio a Bova Marina (jonica reggina): con autentica passione e una certa emozione mi ha voluto svelare in anteprima la storia che intende iniziare a raccontare proprio a partire da questa nuova edizione del Vinitaly. Fu il suo omonimo nonno Bruno, peraltro raffigurato nella nuova grafica delle bottiglie di amaro Kaciuto, a concepire la formula, comunque ancora segreta, dell’apprezzatissimo liquore de La Spina Santa. Nonno Bruno era un allevatore e a bordo di un asino distribuiva direttamente il latte di mucca, porta a porta. Nel suo curare le mandrie, ed anche nel corso della transumanza, nonno Bruno si imbatteva di continuo in essenze mediterranee dal profumo intenso. Iniziò i primi esperimenti di infusione e pian piano arrivò a immaginare un amaro composto dalla miscela di infusi di bucce di bergamotto, di finocchietto, di alloro e di liquirizia. La ricetta è stata perfezionata nel tempo negli stabilimenti di Bova Marina, ma le intuizioni di nonno Bruno - racconta il nipote - sono state salvaguardate.

L’amaro Kaciuto riesce a interpretare e raccontare molto bene il territorio di provenienza, nel pieno rispetto di una vocazione per le produzioni artigianali, per la valorizzazione della natura locale, per la filiera corta. Ecco quindi che questo liquore, proprio a partire dalle inconfondibili fragranze del bergamotto, diventa ambasciatore di un’area grecanica e aspromontana che è tra le più affascinanti del Bacino del Mediterraneo. Il giovane Bruno Autelitano, da buon calabrese, è legatissimo alla famiglia, alla propria identità culturale e alle tradizioni. L’immagine stilizzata di nonno Bruno sull’asino è stata voluta come testimonianza di radici che non si vogliono disperdere. E queste radici verranno ricordate ed esaltate anche in un contesto internazionale qual è il Vinitaly.