Daniela Biondi, professoressa associata presso il Dipartimento DIMES dell’Unical, offre uno sguardo approfondito sui recenti eventi di maltempo che hanno colpito la Calabria, mettendo in luce le debolezze strutturali del territorio e la necessità di prevenzione idrogeologica. La professoressa, esperta in costruzioni idrauliche e idrologia presso il laboratorio CAmilab, sottolinea come le intense piogge abbiano causato gravi danni in Calabria, con casi emblematici come l’isolamento del comune di San Pietro a Maida e l’intervento dei Vigili del Fuoco per mettere in salvo la popolazione. Gli eventi sono frutto di fenomeni meteorologici eccezionali, dovuti all’accumulo di precipitazioni elevate in poche ore, con impatti devastanti su un territorio già fragile.

Mediterraneo hotspot climatico

Secondo la professoressa Daniela Biondi, la Calabria è caratterizzata da una topografia particolare: rilievi montuosi vicini alle coste e corsi d’acqua a regime torrentizio. I fiumi, spesso privi di deflusso regolare, possono trasformarsi in flussi distruttivi durante le piogge intense, come accaduto al torrente Nocelle. La regione inoltre risente dell’aumento delle temperature nel Mediterraneo, definito come un "hotspot climatico", fattore che contribuisce alla formazione di fenomeni atmosferici estremi sempre più frequenti. Eventi che trovano un terreno vulnerabile, dove la combinazione di mancanza di pianificazione, uso del suolo inadeguato e carenza di manutenzione amplifica i rischi.

I precedenti di Soverato, Crotone e Vibo Valentia

La professoressa ricorda la lunga storia di disastri naturali in Calabria, dagli eventi catastrofici degli anni ’50 e ’70, fino alle alluvioni recenti che hanno coinvolto zone come Soverato, Crotone e Vibo Valentia. Il CAmilab dell’Unical raccoglie documenti storici e dati su questi eventi, consultabili attraverso uno strumento online, Storymapping, che localizza gli eventi passati sulla mappa calabrese e permette di navigare tra immagini e rapporti. Questo strumento risulta utile non solo per tecnici, ma anche per chi vuole conoscere meglio il proprio territorio.

Sistema di monitoraggio del fiume Crati

Per la previsione e la mitigazione dei rischi, la professoressa Daniela Biondi evidenzia l’importanza della modellazione matematica. Attraverso CAmilab, l'Unical sviluppa modelli idrologici che monitorano i livelli dei corsi d’acqua e altri parametri come precipitazioni e temperature. Un esempio concreto è il sistema di monitoraggio sul fiume Crati, utile per prevedere eventi critici e attivare misure di allerta tempestive. Con il progetto Tech4u, sostenuto dal PNRR, CAmilab amplierà il monitoraggio con nuovi strumenti in aree urbane ad alto rischio, come Cosenza, dove confluiscono i fiumi Crati e Busento.

Manutenzione dei corsi d'acqua

La professoressa sottolinea poi l’importanza della manutenzione dei corsi d’acqua per ridurre i rischi di alluvione. La pulizia degli alvei e la gestione degli scarichi sotterranei (tombati) sono interventi essenziali che richiedono attenzione continua. Biondi rimarca la necessità di promuovere una cultura della prevenzione e di sensibilizzare le amministrazioni locali a intervenire con misure strutturali, evitando di agire solo in condizioni di emergenza. Tra le priorità strutturali vi sono la manutenzione degli argini, la creazione di aree di espansione per contenere le acque in caso di piena e la stabilizzazione dei versanti.

CAmilab contribuisce anche alla diffusione della cultura della prevenzione collaborando con la Protezione Civile, offrendo formazione ai volontari tramite il programma nazionale “Io non rischio” e proponendo corsi di specializzazione per esperti di protezione civile. Attraverso queste iniziative, il laboratorio trasferisce competenze e sensibilizza la popolazione e le amministrazioni locali.

Programmazione fondamentale

In conclusione, la professoressa Daniela Biondi ritiene che per affrontare efficacemente le criticità causate dagli eventi pluviometrici estremi, sia indispensabile adottare un approccio integrato che combini misure non strutturali, come sistemi di allertamento e pianificazione di protezione civile, con interventi strutturali mirati. Tra questi ultimi rientrano la creazione di zone di esondazione controllata, la realizzazione e la manutenzione costante degli argini, la sistemazione dei versanti, solo per citarne alcuni.

Tuttavia, la vera differenza risiede in una progettazione e programmazione lungimiranti, orientate alla prevenzione e non solo alla gestione delle emergenze. È essenziale che ogni intervento venga pianificato sulla base di un'accurata analisi e valutazione del territorio, definendo priorità e soluzioni che garantiscano efficacia e riducano il rischio di creare ulteriori squilibri.