Mariassunta Garritano vive a Montalto Uffugo e parla con serenità della malattia del figlio: «A dieci anni gli è stata diagnosticata la sindrome di Asperger. Ho lottato per non tenerlo chiuso in casa e farlo studiare. Il suo successo più grande? Il diploma al liceo artistico con il massimo dei voti»
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Si guardano negli occhi e sorridono, mentre alle loro spalle il mare tempestoso sembra quasi voler prendere a morsi la sabbia. Proprio come Aldo, che all'improvviso si agita e se la prende per un niente con la persona che ama di più: sua madre. I dottori l'avevano detto che con la pubertà sarebbe successo. Eppure - nonostante appaia come uno scricciolo di fronte a lui - lei ha ormai imparato come si fa a tranquillizzarlo.
Mariassunta («tutto attaccato», si raccomanda con un sorriso) ha 46 anni. La laurea in Scienze della formazione e quel primo incarico in una scuola di Rovigo. Ma è a Napoli che Aldo decide di venire al mondo. Un nome importante il suo, ereditato dal nonno paterno.
Il bambino piange giorno e notte. Mariassunta è preoccupata. La lontananza della famiglia rende tutto più complicato. «Mi dicevano che ero esagerata, che mi preoccupavo troppo, ma sentivo a pelle che qualcosa non andava». Trascorrono i mesi. Aldo non parla e non cammina. «Ritardo psicomotorio; fino al compimento del secondo anno di età non possiamo fare altre diagnosi». I medici del Bambino Gesù di Roma e i colleghi del Gaslini di Genova rispondono così ai timori di Mariassunta e di suo marito Sandro. Le assenze a scuola si fanno sempre più frequenti: «Mi mantennero il posto a stipendio zero, ma andava bene lo stesso perché in quel momento la priorità era stare a casa con Aldo».
Il piccolo mostra difficoltà di adattamento e la vista di un volto sconosciuto provoca in lui vere e proprie crisi isteriche: «Vivemmo un lungo periodo di isolamento, senza poter ricevere visite in casa e limitando le nostre uscite al minimo indispensabile». Gli esami specialistici escludono difetti genetici, ma la verità è ancora lontana da venire. Intanto Aldo cresce, mentre Mariassunta e Sandro tornano a lavorare finalmente in Calabria. «Mia madre è un'insegnate di scuola dell'infanzia e decidemmo di iscriverlo a Luzzi, dove lei prestava servizio».
Uscire di casa e incontrare all'asilo la figura familiare della nonna, aiuta Aldo a interagire con altre persone. La malattia però rimane ancora senza nome e i medici sembrano davvero brancolare nel buio: «Quasi mi vergogno a dirlo, ma la diagnosi definitiva è arrivata quando Aldo aveva ormai compiuto il decimo anno di età».
"Sindrome di Asperger": una forma particolare di autismo, caratterizzata da ridotte capacità comunicative e di socializzazione, ma da un'alta funzionalità. Mariassunta spiega: «Aldo presenta un livello cognitivo superiore alla media e ha enormi potenzialità. Ad esempio, è bravissimo con il computer che ha imparato a usare da solo».
Concluso, non senza difficoltà, il percorso delle scuole elementari e medie, Aldo si iscrive al liceo artistico di Luzzi. «Sebbene non fosse necessario, ho chiesto che venisse seguito da un docente di sostegno. Da insegnante, incontro genitori che hanno difficoltà a riconoscere i limiti dei propri figli, quasi fosse una macchia da tenere segreta. Io invece non ho mai nascosto la disabilità di Aldo».
Mariassunta ha un profilo facebook che, in poco tempo, diventa una finestra sul mondo anche per suo figlio: «È iniziato tutto per scherzo. Aldo ama la musica di Omar Codazzi. Ogni pomeriggio, sempre alla stessa ora, si collegava in diretta e trasmetteva le canzoni dell'orchestra romagnola. Nel giro di pochi mesi, erano già migliaia le persone che lo seguivano. Omar Codazzi, dopo averlo visto su facebook, lo ha invitato a un concerto in programma a Milano. Siamo partiti in auto io, Aldo e mia madre. Abbiamo viaggiato dodici ore, ma ne è valsa la pena. Mio figlio è salito sul palco davanti a un pubblico numeroso e ha intonato la sua canzone preferita, che si intitola In Silenzio».
"Io resto qui in silenzio, tu parli e non ti sento. Adesso ascolto solo il vento e dopo me ne andrò a passi lenti, ma la mia strada mi farò", canta Omar Codazzi e Aldo, piano piano, esce fuori dal suo guscio. «L'autismo è fatto di abitudini, che sono delle vere e proprie ossessioni. Giorno dopo giorno, cerco di spezzare questa routine. Aldo era fissato con il rosso e il giallo, ma gli ho fatto capire che esistono tanti altri bei colori e adesso, se gli propongo di indossare una maglietta blu, non fa più tanti capricci».
L'autonomia - conquista un pezzetto alla volta - non è completa ma, da quando ha conosciuto Pino Gigliotti, capita sempre più spesso che Aldo riesca a stare lontano dalla mamma anche per mezza giornata. Del resto, il conduttore televisivo - educatore di professione - sa bene che tasti toccare per comunicare con lui. Mariassunta confessa: «Grazie a Pino Gigliotti, mio figlio si è aperto ancora di più. È entrato nel magico mondo della televisione; la trasmissione Permette Signora gli consente di visitare posti nuovi e conoscere persone che imparano subito a volergli bene». Aldo quest'anno ha conseguito il diploma col massimo dei voti. Esonerato dall'esame scritto, ha affrontato l'orale con una esposizione che ha toccato tutte le materie.
Sul tavolo, davanti alla commissione esaminatrice, l'elaborato di fine anno. Un veliero pronto a salpare, anche quando il mare prometterà tempesta e sembrerà non esistere più un porto sicuro dove trovare riparo.
Mariassunta ha il sorriso sincero e fresco, come quelli che spuntano all'improvviso dopo una battaglia lunga e difficile. Di fronte a un'ultima domanda, però, non trattiene le lacrime. "Ci pensi mai a quando tu non potrai più prenderti cura di lui?". Lei guarda suo figlio ed esclama con tenerezza: «Aldo, cosa ti dico ogni tanto? Ti dico che prego Dio e gli chiedo di portarci via insieme, non è vero?»