«Lunedì sera, al Piccolo teatro di Milano, ho partecipato alla consegna dei riconoscimenti del premio Giorgio Ambrosoli, l’avvocato milanese incaricato – come commissario – della liquidazione della Banca privata italiana, portata sull’orlo del fallimento dal banchiere siciliano Michele Sindona, e barbaramente assassinato da un sicario solo per aver fatto normalmente il proprio dovere» a scriverlo in una nota è il responsabile Sanità della Lega, Elio D'Alessandro. 

Premio alla memoria per Lea Garofalo

«Un riconoscimento, purtroppo “alla memoria”, è andato alla calabrese Lea Garofalo, nata a Petilia Policastro e uccisa – e carbonizzata - a 35 anni, proprio nel milanese, dal suo ex compagno che aveva denunciato, insieme ad altri, diventando, nel 2002, testimone di giustizia. Un altro è andato al colonnello dei carabinieri Maurizio Bortoletti, che ho avuto il piacere di vedere in divisa e che avremmo voluto in Calabria, dopo la nomina che il Governo uscente ha deliberato il 18 novembre 2021. E - aggiunge il leghista- dopo aver ascoltato la motivazione del premio, mi sono reso conto di quanto bisogno avremmo avuto di averlo effettivamente operativo in questi 11 mesi, nei quali è invece arrivata, il 15 giugno scorso, la revoca, da parte di un Governo che ha preferito abdicare piuttosto che far prevalere la forza di una decisione assunta al massimo livello.

I conti all'Asl di Salerno

Per D'Alessandro «ne avremmo avuto estremo bisogno perché, riascoltando la storia della restituzione all’equilibrio operativo dell’Asl di Salerno, ho avuto conferma dell’evidente sovrapponibilità tra le due situazioni, con la sanità calabrese che ha volumi maggiori ma perdite correnti - stando almeno ai bilanci disponibili – inferiori e che ha analoghi problemi di contenzioso, di debitoria e di necessità di rialfabetizzare la quotidianità gestionale.

Ho ascoltato, basito, di come in meno di 18 mesi, senza tagli lineari, senza togliere ancora qualcosa ai cittadini salernitani, senza chiudere nulla, a legislazione invariata, senza risorse aggiuntive, nonostante il blocco del turn- over, senza rimuovere o cambiare dirigenti, senza imporre in modo draconiano la legalità con il solo risultato di paralizzare quel poco che funzionava, si sia arrivati ad un avanzo di gestione caratteristica superiore a 18 milioni di euro, come certificato poi dall’advisor contabile. Partendo da una perdita corrente che durava, da anni, nel silenzio generalizzato, di 500 euro al minuto, fino a registrare perdite di 272 milioni di euro (!) nel 2008, 250 milioni di euro (!) nel 2009, 244 milioni di euro (!) nel 2010, dopo una correzione per decreto dalla perdita iniziale di oltre 290 milioni di euro (!), con il Conto Economico del I trimestre 2011 che aveva evidenziato ulteriori perdite per 64,31 milioni di euro».

«E - evidenzia l'esponente del partito del Carroccio- i soldi bastavano e avanzavano, tanto da consentire, udite, udite, udite, di pagare tutte le fatture – anche quelle non scadute - dei fornitori del biomedicale colpiti dal sisma del 2012 ( e di pagare a vista la merce consegnata e collaudata), di avviare i weekend operatori per abbattere le liste di attesa (fino a diventare attrattivi rispetto ad altre Asl e ad altre Regioni), di pagare regolarmente i fornitori della sanità privata e i farmacisti, che, per ricordarlo, sono quelli che lo avevano candidato – scrivendo al presidente Conte – dopo il disastro Cotticelli.

E i soldi che bastavano e avanzavano sono diventati un problema, dicevo. Ovviamente, nessuno si è chiesto nulla sui 700mila euro che, da anni, si perdevano quotidianamente, dopo la semplice dimostrazione che non servivano e che si potevano “non sprecare”. E dall’altra parte, probabilmente per la vergogna di fronte alla semplicità con cui si è posto rimedio e alla pericolosa dimostrazione che esiste una via di fuga dalla malagestio, nessuno ha premiato o ha detto grazie al colonnello Bortoletti, tanto da essere questo – il Premio Giorgio Ambrosoli - il primo riconoscimento istituzionale assegnato ai protagonisti di quel miracolo laico».

«Caro Maurizio, grazie per avermi invitato a questa bellissima serata, segno di sincera amicizia e stima reciproca. Grazie per quello che hai fatto a Salerno e per quello che hai fatto nei 20 giorni trascorsi a Catanzaro. Forse in quei 20 giorni hanno capito la tua grandezza e quindi hanno preferito tenerti Lontano. Come ho avuto modo di dirti in altre occasioni ,scusa per quello che la politica non ha fatto e non ha voluto fare . Scusa per tutti quelli, compreso quei calabresi che non hanno voluto capire che tu saresti stato probabilmente la loro ultima speranza . Un galantuomo che avrebbe lavorato solo per loro e non per chi fa della sanità un mezzo per acquisire potere e scalare gli scranni della politica. Tu sai quanto ho lottato su tutti i fronti per portarti in Calabria, mah ahimè , mi ero illuso nel credere che si voleva cambiare veramente».