Al progetto prendono parte sette detenuti. La direttrice Delfino: «Previsti anche corsi di ceramica e pittura decorativa»
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Novità per la Casa circondariale “Caridi” di Catanzaro. Con l’imminente apertura del locale messo a norma e provvisto dell’attrezzatura necessaria, entra infatti a pieno regime il laboratorio di pasticceria previsto all’interno del progetto “Dolce Lavoro” finanziato da Fondazione Con il Sud, che vede il coinvolgimento, oltre che dell’istituto penitenziario, dell’associazione “Amici con il Cuore” in qualità di capofila, dell’impresa sociale “Promidea”, dell’associazione “Liberamente” e dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna di Catanzaro. Così, dopo aver conseguito l’agognato attestato di partecipazione al corso di formazione, tenuto da pasticceri professionisti, per sette detenuti inizia la fase del tirocinio, che per cinque mesi li porterà a mettere in pratica quanto appreso finora e a porre le basi di quella che ambisce ad essere una vera opportunità di inclusione socio-lavorativa.
La neo-direttrice Patrizia Delfino confida nell’alto valore formativo del progetto, avviato con la precedente direzione. Ed ammette, altresì, di investire sulla formazione attraverso tutti i canali a propria disposizione per rendere la rieducazione dei detenuti un fatto possibile: «Presto apriremo la possibilità a detenuti di altri reparti di formarsi nelle attività laboratoriali di pasticceria, ceramica e pittura decorativa che avvieremo anche con il progetto di “Cassa delle ammende” messo a disposizione dall’amministrazione penitenziaria – spiega la direttrice- L’intento è di consentire ai detenuti più giovani di parteciparvi, affinché la concreta acquisizione di competenze possa per loro diventare lavoro una volta espiata la pena in carcere».
Intanto i sette tirocinanti, con condanne a lungo termine, stanno contando le ore che li separano dai fornelli per realizzare una valanga di dolci tipici che potrà essere venduta anche al di fuori del carcere, attraverso la formula dell’e-commerce online, sotto l’intestazione “cooperativa Mani in Libertà”. I detenuti, infatti, saranno impiegati come soci lavoratori della cooperativa appositamente costituita (e composta da Antonietta Mannarino, Giuseppe Pedullà e Vittoria Concetta Critelli), il cui oggetto sociale prevede la realizzazione di attività interne ed esterne alla vita carceraria (ceramica, riciclo, pulizia strade e giardini), oltre all’attività principale legata alla realizzazione di dolci artigianali.
«Le varie collaborazioni, che presto l’Istituto di Pena avvierà con gli enti locali e le scuole, in esecuzione dell’articolo 20 ter sui lavori di pubblica utilità, sono tese a dare speranza a chi vive la realtà carceraria – continua la direttrice Delfino, affiancata dal comandante di reparto Domenico Paino - Il carcere, infatti, per essere una realtà meno oppressiva, deve poter contare su una progettualità condivisa con gli operatori, con gli educatori, i volontari, la società civile tutta, nel pieno rispetto delle regole. Non si è mai soli se si crea un ambiente di condivisione, con la finalità di rendere il tempo della carcerazione non fine a se stesso». E con la collaborazione dei volontari, degli agenti della polizia penitenziaria, sia dell’area educativa che contabile, dei tecnici e del reparto Mof addetto alla manutenzione, proseguono a ritmo sostenuto i preparativi per l’inaugurazione ufficiale ormai imminente.