Incontro del Movimento 5 stelle sullo stallo dello scalo Tito Minniti e sulla necessità di una nuova visione strategica. «Intanto il ministro Salvini non risponde alla nostra interrogazione»
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«Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto che il ministro Salvini si assumesse la sua responsabilità rispetto alle sue scelte, indicando una possibile strada da percorrere per sbloccare la situazione in cui versa l’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria. Abbiamo proposto una subconcessione di Sacal e dunque una gestione autonoma dello Stretto, visto il fallimento della società unica. Abbiamo altresì proposto un migliore impiego dei 60 milioni di euro destinati alla riqualificazione dello scalo forse più utili per la costruzione di un nuovo aeroporto. Il ministro Salvini non ci ha neanche risposto. In quanto opposizione non possiamo che insistere nel sollecitare, come abbiamo più volte fatto in questi mesi, un riscontro». Così Riccardo Tucci, portavoce alla Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle, ha riferito parlando dell’interrogazione, sottoscritta con la deputata messinese Angela Raffa, presentata lo scorso giugno al ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Lo ha fatto intervenendo all’incontro promosso a Reggio Calabria, presso l’hotel Torrione, dal Movimento Cinque Stelle dal titolo “Come uscire dallo stallo. Una nuova visione strategica per l’aeroporto dello Stretto”.
L’interrogazione senza risposta
La richiesta di istituzione di un «un tavolo ministeriale partecipato da tutti gli enti interessati per discutere di intermodalità e uno volto alla verifica della fattibilità di un nuovo, ecosostenibile ed intermodale aeroporto del Mediterraneo a natura interregionale nella città di Reggio Calabria».
La valutazione di una «nuova governance attraverso una subconcessione quinquennale da parte di Sacal alle istituzioni locali reggine e messinesi».
Ecco alcuni tra i punti salienti dell’interrogazione parlamentare rimasta senza risposta. Tutte proposte che restano valide e ancora in attesa di riscontro. Sull’annunciato arrivo di Ryainar, il deputato pentastellato Riccardo Tucci replica con una domanda provocatoria.
Il rischio di perdere Ita
«Consideriamo un fatto positivo l’arrivo di nuove compagnie ma attenzione alle previsioni che parlano di un massimo di 480mila passeggeri nei prossimi 12 anni. Ryanair da sola dice di poterne portare 500mila. Se la matematica non è un’opinione questo significa che sono a rischio gli slot riservati a Ita. Occorre forse porsi una domanda anche provocatoria: arrivando Ryanair c’è il rischio di perdere Ita? Allora se il passo in avanti sarà quello di avere una compagnia al posto di un’altra, non credo fosse quanto sperato e annunciato», prosegue il deputato calabrese che poi invoca un potenziamento dell’intermodalità e anche la necessità di rivedere l’impiego dei 60 milioni dei fondi Cis destinati al Tito Minniti. «Attenzione a non spenderli per imbiancare qualcosa piuttosto che per costruire uno scalo migliore».
L’incontro moderato da Maria Laface e concluso da Fabio Foti, del gruppo territoriale del Movimento Cinque Stelle Reggio Calabria, è stato scandito dagli interventi più tecnici dei docenti dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, Domenico Gattuso, professore ordinario di Ingegneria Informatica e dei sistemi per le Telecomunicazioni presso il dipartimento di Ingegneria Civile, dell'Energia, dell'Ambiente e dei Materiali, e di Michele Buonsanti, pilota civile e docente di Modelli per la Sicurezza del Volo e di Sicurezza e procedure della navigazione aerea presso il dipartimento di Ingegneria.
Le prospettive di crescita
«Il nostro aeroporto ha delle restrizioni ma è anche un aeroporto sicuro dal momento che l’autorità ha posto l’obbligo di addestramento che resta anche con la nuova procedura. Obbligo sacrosanto perché parliamo di garantire la sicurezza del volo. Con la nuova procedura muta la morfologia del sentiero di avvicinamento: invece di avere un raggio di avvicinamento intorno a 3000 metri come adesso, ne avremo uno che si estenderà per quasi il triplo. Quindi ci sarà un avvicinamento graduale. Sarà, inoltre, inserita un’attrezzatura particolare che permetterà un allineamento con aiuto visivo fino a un quarto di miglio dalla pista. Poi resta necessaria la manovra manuale per completare l’atterraggio. Una procedura eccellente ma per nulla nuova e che già con i miei studenti avevo progettato un paio di anni fa.
Essa costituisce un fattore positivo ma occorre fare molto altro. Ci sono ostacoli artificiali sulla pista 15, per questo declassata. Inoltre paghiamo ancora l’assenza di radio assistenza di precisione. Sono possibili tanti interventi per migliorare le cose e, volendo con politiche di gestione adeguate, si potrebbe anche raggiungere categoria b. L’aeroporto di Reggio non solo è sicuro ma, con le giuste politiche, può tornare a crescere e anche molto». Così Michele Buonsanti, pilota civile e docente di Modelli per la Sicurezza del Volo e di Sicurezza e procedure della navigazione aerea presso il dipartimento di Ingegneria della Mediterranea.
Gestione autonoma
«Ita è il futuro di Reggio Calabria perché significa Lufthansa, una delle maggiori compagnie al mondo. Dunque occorrono politiche che salvaguardino l’operatività di questa compagnia al Tito Minniti. Occorrono politiche responsabili e purtroppo noi dobbiamo affermare di non avere neppure visto il piano industriale di Sacal. È necessario capire se parliamo di un sistema aeroportuale o se le politiche vadano nella direzione di tutelare un solo scalo che deve prevalere sugli altri. Torno a dire che l’aeroporto di Reggio Calabria, dovrebbe avere una sua società di gestione, sganciandosi da Sacal. Certo con un’attività di coordinamento sarebbe necessaria, visto che siamo nella stessa Regione, ma per il resto sarebbe auspicabile essere autonomi. Reggio è anche una Città Metropolitana che sarebbe il caso che si mobilitasse. Occorre, inoltre, puntare sullo status di aeroporto internazionale. In questa ottica l’opportunità di Ryanair è ghiotta. Il trasporto aereo oggi è fruito e richiesto ma serve pianificare e programmare come nel Mediterraneo hanno fatto la Sicilia e Creta che negli ultimi cinque anni hanno visto crescere moltissimo il numero dei passeggeri. La Calabria ha un potenziale turistico immenso. Perché deve languire con pochissimi voli?». È quanto si chiede Domenico Gattuso, professore ordinario di Ingegneria Informatica e dei sistemi per le Telecomunicazioni presso il dipartimento di Ingegneria Civile, dell'Energia, dell'Ambiente e dei Materiali della Mediterranea.
Un primo passo
«L’aeroporto di Reggio Calabria deve essere posto al centro di una riflessione più ampia che coinvolga anche l’utenza messinese e tutto il territorio metropolitano, con un rafforzamento dell’intermodalità e della mobilità interna. Non mi dispiace il lavoro che sta svolgendo il presidente Roberto Occhiuto. Speriamo che non rimangano solo annunci. È da considerarsi, però, un primo passo per uno scalo che merita un ragionamento molto più ampio». Così il consigliere regionale pentastellato Davide Tavernise.