Piccolo giallo: Repubblica evidenzia che la fornitura sarebbe arrivata dalla Calabria ma fonti di Sorical smentiscono: «Nessuno ci ha chiesto nulla»
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La vecchia solidarietà nazionale, finita nel ripostiglio e sostituita dall’Autonomia differenziata, funziona ancora. Specie nei momenti di grande emergenza. E forse vale anche di più quando a dare una mano è una regione che dell’emergenza ha fatto la normalità. Nei giorni della grande siccità – con l’invaso del Menta al 40% e lo spettro del razionamento delle risorse idriche in diverse aree del territorio – dal Sud l'acqua sarà esportata in Sicilia per aiutare l’isola che rischia di restare a secco con conseguenze gravissime sull’agricoltura e la stagione turistica. Accade mentre Occhiuto dichiara lo stato di emergenza per la grave carenza idrica.
Notizia arrivata al termine della giornata di ieri dopo un lungo braccio di ferro in cui il governatore siciliano Renato Schifani ha riunito la cabina di regia regionale per decidere sul via libera o meno al razionamento dell’acqua a Palermo. Al termine di ore di passione e scontri si è deciso di proseguire con i flussi depotenziati nel capoluogo, ma niente turnazioni dell’acqua. A margine della notizia, un piccolo giallo coinvolge la Calabria.
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L’indiscrezione arriva da Repubblica e segnala che verrà intensificato l’impegno della nave cisterna della Marina Militare che fa base al porto di Augusta: secondo l'edizione siciliano del quotidiano la nave si sarebbe rifornita d’acqua in Calabria per attraccarenei tre porti di Licata, Sciacca e Porto Empedocle, tutti con fondali oltre i 5 metri di profondità. «Insieme ai nuovi pozzi che sono stati attivati - spiegano dalla cabina di regia - riusciamo a integrare le risorse che non arrivano dagli invasi». Il fatto è che a Sorical nessuno ha chiesto niente, fanno sapere fonti dell'ente che gestisce le risorse idriche calabresi. Dunque resta la solidarietà del Sud ma senza il coinvolgimento della Calabria, altra grande assetata, con il governatore Occhiuto che ha chiesto proprio oggi la dichiarazione dello stato d'emergenza.
Di certo c'è che la nave trasporta 1.200 metri cubi di acqua e permetterà di mitigare l'emergenza idrica soprattutto nell'area di Gela e dell'Agrigentino. L'unità navale è stata individuata nelle scorse settimane, d'intesa con la Protezione civile nazionale, dal coordinatore della Cabina di regia per l'emergenza idrica e capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, su indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani. I dettagli dell'operazione sono stati definiti nel corso di un incontro che si è tenuto nella base navale di Augusta.
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La “Ticino” approderà quindi al porto di Licata che è stato ritenuto più idoneo in seguito alle verifiche effettuate da Aica, l'azienda che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento. L'acqua trasportata dalla nave verrà immessa nella rete idrica in circa 25-30 ore per rifornire il Comune, permettendo di liberare risorse che verranno dirottate verso altri centri della zona colpiti dall'emergenza siccità. Pagherà la Regione Siciliana. La solidarietà nazionale sarà pure démodé nell’era delle Regioni-Stato. Ma funziona ancora.