C'è sempre più bisogno di parlare di autismo, anche nell'alto Tirreno cosentino, e stavolta ad ospitare il dibattito sul tema ci ha pensato il Centro Donna Roberta Lanzino di Scalea, diretto da Wioletta Witek. Giovedì 14 novembre, psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, pediatri, testimonianze e associazioni si sono riuniti per confrontarsi e offrire supporto alle persone autistiche del territorio e delle loro famiglie. Era presente anche la vicesindaca della città, Annalisa Alfano, che ha portato i saluti istituzionali. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Nicoletta Toselli.

Lo spettro autistico

Gli scienziati di tutto il mondo sono ancora al lavoro per capire con assoluta certezza che cosa sia l'autismo e da che cosa sia causato. Nonostante gli enormi passi in avanti degli ultimi anni, al momento l'unica certezza è che l'autismo sia una condizione, un preciso funzionamento del cervello umano determinato da un insieme di componenti genetiche e ambientali. In alcuni casi, però, alla diagnosi di autismo (che non è una patologia) si affiancano le comorbidità, più o meno gravi, da cui dipende la qualità di vita della persona che ne è colpita, rendendone, a volte, difficile la gestione. In questi casi, quando le comorbidità sono gravi, i pazienti e le loro famiglie hanno necessità di supporto costante, ma a causa dell'alto numero di richieste, sempre crescente, spesso l'assistenza della sanità pubblica diventa un miraggio.

A Scalea si torna a parlare di autismo. Esperti e professionisti si sono confrontati nel corso di un convegno ospitato nelle sale del Centro Donna Roberta Lanzino.

"Dimmi A"

Tra le realtà sociali che in questi anni hanno cercato di riempire il "vuoto" dell'assistenza pubblica, c'è l'associazione "Dimmi A" di Scalea, organizzazione no profit fondata da genitori di bambini e ragazzi autistici. «Quando noi abbiamo iniziato 12 anni fa, nel settembre del 2012 - dice la presidente Teresa Di Marco - non c'era nulla qui, su questo territorio. Noi abbiamo interpretato il percorso, siamo diventati pellegrini dell'abilitazione dei nostri figli e abbiamo importato un metodo che adesso ci sta aiutando ad imparare ad essere genitori diversi proprio per poter supportare i nostri figli, aiutarli nella loro crescita e nel loro percorso di vita» . Poi concludere: «L'autismo non è una disabilità, è una neurodivergenza, un modo diverso di concepire la vita, di percepirla anche a livello sensoriale».