Un evento per ricordare Annetta Gentile, uccisa a 22 anni da un uomo che si era invaghito di lei quando ancora il termine femmincidio non era stato ancora coniato. Si è svolto ieri sera a Santa Maria del Cedro, in piazza Falcone nella frazione di Marcellina, alla presenza dell'amministrazione comunale, delle autorità pubbliche, delle associazioni del posto e di tanti amici e conoscenti che si sono stretti attorno alla famiglia della giovane, mancata nel 1996. Era presente anche Simona Scovotto, magistrato in servizio al tribunale di Paola. L'evento, moderato dall'avvocato Rosa Pignataro, è stato organizzato dalla locale pro loco guidata da Franca Mancuso, in collaborazione con l'associazione antiviolenza "La Ginestra" della presidente Teresa Sposato.

La panchina rossa

Per l'occasione, la pittrice Eugenia Loiero ha ridato luce alla panchina rossa già inaugurata nel 2018, su cui è dipinta una vera e propria opera d'arte. «È un prima e un dopo di un'anima rappresentata da una farfalla Rossa - dice l'artista, ai nostri microfoni -. Metà di una di un'ala rappresenta la vita, i colori, la pienezza della giovane età; l'altra ala è spezzata, è rotta, rappresenta una brusca interruzione. Però non ci fermiamo a questa brusca interruzione e quest'anima vola, va oltre».

La tragedia

Annetta Gentile cresce a Santa Maria del Cedro circondata dall'amore di mamma Giovanna, papà Mariano, sua sorella Francesca e di tanti amici. È bella Annetta, ha un sorriso che illumina le stanze e gli occhi pieni di gioia. Dopo il diploma si iscrive all'Unical perché vuole laurearsi e realizzare tutti i suoi sogni. Così va a vivere a Roges, nella periferia di Rende, per seguire i corsi all'università e vivere appieno i suoi anni spensierati. Fa nuove esperienze e conosce tante persone. Tra queste, c'è Giorgio, studente 24enne proveniente da Reggio Calabria. Lui se ne invaghisce e comincia a provare sentimenti che però non vengono ricambiati, ma non si rassegna. Un un giorno di settembre del 1996 chiede un incontro "chiarificatore", quello a cui una donna vessata e perseguitata non dovrebbe mai andare. I due discutono animatamente all'ombra di un albero, poi lei, d'un tratto, gli volta le spalle e si incammina verso l'auto perché vuole andare via. Ma lui non le dà il tempo, perché tira fuori dalla tasca la pistola che aveva portato all'appuntamento e le scarica addosso una serie di colpi. Annetta cade a terra esanime. Poi il suo aguzzino punta l'arma contro sé stesso e preme ancora il grilletto. La strage avviene nel giro di pochi istanti. Dal giorno della tragedia sono passati ventotto anni, ma a Santa Maria del Cedro nessuno ha dimenticato Annetta e il suo sacrificio e oggi il suo nome è diventato il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.