Prima con gli studenti dell’istituto alberghiero che ha ospitato il convegno sul tema della “tutela delle tradizioni enogastronomiche come patrimonio socio-culturale”. Il secondo momento invece è stato svolto direttamente sulla tavola
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Le tradizioni calabresi sono tutelate? Possono rappresentare un patrimonio socio culturale ancora oggi? I giovani conoscono metodi, usanze, storie e racconti legati ad una terra come la Calabria ed ai loro nonni? La Confraternita della frittola calabrese la Quadara si è posta queste domande. Ed ha voluto coinvolgere istituzioni, personalità e personaggi per discutere di tutto ciò. Rilanciare, allo stesso tempo, le usanze di un tempo e non far perdere la memoria di una storia ricca di amore, sacrifici e positività.
Due giorni intesi, dunque. Prima con gli studenti dell’istituto alberghiero di San Giovanni in Fiore che ha ospitato il convegno sul tema della “tutela delle tradizioni enogastronomiche come patrimonio socio-culturale”.
Alla presenza del Dirigente scolastico Pasquale Succurro e dell’assessore alla cultura del comune di San Giovanni in Fiore, Patrizia Carbone, il dibattito è stato animato dallo spirito costruttivo di chi non vuole assolutamente mollare, rispetto alla frenetica quotidianità. Emilio Iantorno, priore dell’associazione La Quadara ha espresso bene tale concetto, riprendendo il tema del folklore inteso come cultura. Mentre Marco Porzio, giunto in Calabria in qualità di presidente della Federazione nazionale dei circoli enogastronomici, ha spiegato come il mondo delle associazioni, mosso da pura passione, sia impegnato a tutelare le eccellenze gastronomiche in tutta Italia ma anche in Europa.
Vittorio Caminiti presidente dell’Accademia del Bergamotto di Reggio Calabria ha illustrato come il bergamotto, eccellenza calabrese, ha fatto la fortuna dell’industria mondiale della profumeria senza purtroppo portare il giusto sviluppo nelle zone di produzione come l’hinterland Reggino. E Raffaele Riga, del touring club, ha evidenziato il forte collegamento tra cibo e turismo. Franco Laratta, infine, ha riflettuto a voce alta sullo stato attuale dello sviluppo agricolo calabrese e su come cresca la sensibilità della produzione di prodotti enogastronomici di eccellenza. I rappresentanti di altri circoli enogastronomici e i ragazzi del Leonardo Da Vinci hanno avuto modo di rileggere il passato e soprattutto capire l’importanza di mantenere viva ogni singola tradizione locale.
Poi il trionfo della tavola. «Lo spirito, il calore, l’allegria della giornata di oggi rimarrà nella storia della nostra confraternita», ha rimarcato il priore Iantorno, insieme a tutto il direttivo. Tra un “battesimo” dei nuovi iscritti all’associazione ed una forchettata alla carne di maiale.
La partecipazione straordinaria del Maestro Gerardo Sacco insieme al prof Vittorio Caminiti; quella di Padre Fedele con importanti giornalisti importanti personalità del mondo dell’enogastronomia, provenienti anche da fuori regione, hanno impreziosito la giornata. «Tornare alle tradizioni per capire meglio il tempo in cui viviamo riscoprendo il valore dell’amicizia. La confraternita è uno stato d’animo, per questo si ringraziano soci storici e nuovi ‘battezzati’. La “frittolata” preparata dalla famiglia Colonna al Chianu e piru di Dipignano, sempre magistrale, così come le musiche e le canzoni interpretate da uno speciale cantastorie calabro», il pensiero del priore e dei partecipanti.
L’ultima notizia riguarda il 2022: anno in cui Cosenza è stata scelta come sede nazionale per ospitare da tutta Italia le confraternite e le prelibatezze dell’intera Penisola. «In certi paesi della Calabria si respira l’odore delle cose antiche, del rispetto, dell’accoglienza, della scoperta, della meraviglia», scriveva Leonida Repaci. Evidentemente deve essere proprio così.