Mentre a Roccella Ionica si rivive il dramma di Cutro e si cercano i dispersi dell’imbarcazione spezzatasi al largo della Locride nella notte tra domenica e lunedì, a Reggio l’iniziativa “Mediterraneo, un laboratorio di Integrazione” alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei e oggi arcivescovo emerito di Perugia – Città della Pieve. L'incontro è stato promosso dall’associazione di ex Consiglieri regionali della Calabria in collaborazione con il Consiglio Regionale e con il patrocinio morale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.

«Siamo in un momento che il mio maestro e ispiratore Giorgio La Pira avrebbe definito di lotta in spe contra spem: noi portiamo avanti una speranza che è quella dell’accoglienza e dell’integrazione per aiutare i fratelli a sentirsi al sicuro. Ciò mentre tutto sembra remare contro questo progetto umano, prima di tutto, e cristiano. Però non bisogna cedere, restando saldi nelle nostre convinzioni: c’è un’unica verità, c’è un solo padre e siamo tutti Fratelli».

La visita nei luoghi dell'accoglienza

«Sono venuto a Reggio - ha spiegato il cardinale Gualtiero Bassetti - per conoscere e condividere l’esperienza di accoglienza di questa comunità. Non ho alcun incarico istituzionale, sono un vescovo emerito e ho dovuto affrontare diversi problemi anche durante la presidenza della Cei. Questo, però, non mi impedisce, come cristiano e come vescovo, di dire una parola, di incoraggiare le istituzioni e le persone per portare veramente la carezza del Vangelo e della chiesa a questi fratelli. Dobbiamo dare speranza a chi ha bisogno, anche se non li raggiungiamo tutti».

Il programma della due giorni reggina del cardinale Bassetti la visita di Casa Farias, del Centro di ascolto Scalabriniani e dell’Help Center della Caritas diocesana, nel cui piazzale ha avuto luogo la celebrazione eucaristica da lui presieduta con i volontari del coordinamento ecclesiale degli sbarchi. Con loro è stato anche organizzato un momento di raccoglimento nel cimitero dei migranti e dei poveri di Armo.

L'iniziativa degli ex Consiglieri regionali della Calabria

La sala Federica Monteleone di palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale, ha ospitato l’incontro moderato Giacomo Gambassi, vicecaposervizio del quotidiano Avvenire, al quale ha partecipato il cardinale Gualtiero Bassetti, che alla guida della Cei aveva avviato il progetto di rilevanza internazionale “Mediterraneo, frontiera di pace”, ispirato al pensiero di Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze, fautore dei Colloqui mediterranei tra gli anni '50 e '60. 

Dopo i saluti di Stefano Arturo Priolo, presidente dell'associazione ex Consiglieri regionali della Calabria, di monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e presidente della Conferenza Episcopale calabra, Dalila Nesci, coordinatrice per la Calabria dell’associazione di ex parlamentari, il consigliere comunale Giuseppe Marino, gli interventi e le testimonianze.

Ad aprire le relazioni, la ricercatrice Censis, Anna Italia con un focus su "La risorsa Mediterraneo per la Calabria e per il Paese". A chiudere la riflessione sul "ruolo del Mediterraneo nel nuovo scenario geopolitico ed economico" del docente di Politica economica presso l’università Mediterranea di Reggio, Domenico Marino. Quindi le testimonianze di padre Gabriele Bentoglio, già sottosegretario del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e Itineranti, direttore dell'ufficio Migranti dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, Francesco Creazzo, addetto stampa Sos Mediterranee, Mariangela Ambrogio, direttrice della Caritas diocesana Reggio Calabria-Bova, e Stefano Calabrò, coordinatore uscente della commissione Immigrazione e politiche dell'accoglienza di Anci Calabria.

«Mai derogare alla fratellanza umana»

«In questi tempi difficili - ha proseguito il cardinale Gualtiero Bassetti – Città della Pieve, dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che la parte del giusto è quella nella quale ai fratelli sia consentito di essere tali e non quella di chi non favorisce fino in fondo l’accoglienza. Sappiamo che ci sono sempre forze che ostacolano anche le migliori aspirazioni dell’umanità.

Però noi dobbiamo andare avanti. Io ho 82 anni e dico di andare va avanti lungo la strada giusta, quella tracciata dal vangelo e l’unica per costruire la pace. Non ho ruoli istituzionali per parlare alla politica ma chiedo alla chiesa di farsi partecipe di questa necessità di accogliere i fratelli e poi di integrare, non come purtroppo sta succedendo anche in Italia, sfruttando il loro bisogno e il loro lavoro.

Occorre agire in un progetto di dignità. Se siamo credenti, siamo figli dello stesso padre, apparteniamo tutti alla stessa natura e quindi siamo tutti fratelli. Non si può derogare alla fratellanza umana. Se non si parte da questo concetto non finiranno le guerre, non finiranno le ingiustizie e l’altro sarà accolto come un homo minus sapiens». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei e oggi arcivescovo emerito di Perugia – Città della Pieve.

Mediterraneo, laboratorio di integrazione e pace

«Da millenni il Mar Mediterraneo - ha proseguito ancora il cardinale Gualtiero Bassetti - non è solo il luogo dove i popoli si "fronteggiano", ma anche il "canale" attraverso il quale passano idee, culture persone, merci. Il mare non è testimone solo della brutalità delle guerre e dei respingimenti ma anche dei commerci che generano prosperità e - non dimentichiamolo mai dell'audacia di chi segue virtute e canoscenza. Penso a san Paolo, più che a Ulisse, e a tutti gli evangelizzatori della storia. Penso anche ai testimoni concreti della fraternità universale.

Per questi motivi, io penso che la Chiesa abbia bisogno di una "teologia del Mediterraneo" che non nasca in laboratori asettici, ma abiti interpreti le frontiere, si nutra del "fiuto del popolo di Dio" e lo faccia crescere. La teologia nasce infatti nella vita della Chiesa e nelle sfide che essa affronta per amore del Vangelo.  

A questo proposito preziosa la testimonianza di Giorgio La Pira, il professore di diritto che prima di diventare sindaco di Firenze, è un uomo del Sud, è un uomo del Mediterraneo e sin da bambino è abituato a contemplate il mare che gli sta di fronte agli occhi. Per questo motivo, La Pira elabora un'immagine - la cosiddetta «storiografia del profondo» - che svilupperà lungo tutta la sua vita: «Sotto le tempeste della superficie, temibili per le singole barche - scrive Piersandro Vanzan - le immote profondità marine incanalano, senza deviazione possibile, correnti impetuose e sorreggono immobili l'alternarsi delle maree».

La teologia del Mediterraneo e la storiografia del profondo - ha sottolineato il cardinale Gualtiero Bassetti rappresentano, pertanto, due poli semantici che necessitano di essere sviluppati e studiati insieme. Perché se messi adeguatamente in relazione, se approfonditi in modo serio ed autorevole, possono portare molto frutto al mondo contemporaneo. Soprattutto per ciò che riguarda la costruzione di una cultura del dialogo e della pace».

La Calabria e il Mediterraneo

«In questo momento in Calabria vivono circa 97 mila cittadini stranieri molti dei quali residenti da tempo e con figli che frequentano le scuole della Calabria, dunque perfettamente integrati senza alcun fenomeno di razzismo o intolleranza.

Provengono prevalentemente dal Marocco e anche da Tunisia, Algeria ed Egitto. Importante è il loro contributo alla demografia soprattutto nelle regioni come la Calabria che soffrono del fenomeno dello spopolamento. Il 53% dei comuni calabresi è composto da piccoli centri con meno di 2 mila abitanti. Mentre la popolazione diminuisce invece, in controtendenza, gli stranieri crescono. Se non ci fossero gli stranieri, dunque, ci sarebbe un uno spopolamento molto più marcato.

I migranti, per altro, creano opportunità di lavoro per i calabresi che restano sul territorio e che sono impegnati nel circuito di prima e seconda accoglienza. Molte scuole dove lavorano insegnanti calabresi restano aperte grazie alle seconde e terze generazioni di stranieri ormai integrati. Dunque l'impatto può essere considerato positivo». Così Anna Italia, ricercatrice Censis.

L'esperienza di Reggio Calabria

«Dopo le tappe di Bari (2020), Firenze (2022) e Marsiglia (2023) in vista della prossima in programma ad Alessandria D’Egitto, ci è sembrato doveroso prevedere una tappa territoriale a Reggio Calabria. Qui laccoglienza si pratica da anni ed esistono preziose esperienze al volontariato progetti Sai promossi da alcune amministrazioni comunali». Così Riccardo Liguori, portavoce dell’associazione degli ex Consiglieri regionali della Calabria all'interno della quale rappresenta anche i familiari dei consiglieri regionali deceduti in modo particolare nell’adempimento del proprio malato istituzionale.

Un segnale di speranza


«La presenza del cardinale Bassetti è, soprattutto in questo frangente, un segno di grande speranza. Da presidente della Conferenza episcopale veramente ha dato una sua impronta allo stile ecclesiale della chiesa italiana. È una presenza paterna significativa che si è fatta promotrice di questi incontri sui popoli del Mediterraneo, sede di grandi civiltà ma oggi tragica tomba acquea per i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti. Un dramma a fronte del quale c’è però la risposta forte, organizzata e generosa di noi calabresi, a Roccella, Reggio, Crotone.

Una risposta che speriamo possa spingere anche l’Europa a essere più presente non per bloccare ma per aprire, per integrare. In questo momento di dolore guardiamo con fiducia ai tanti che che riconoscono l’umanità singola di ogni persona, a prescindere. Questo è il principio credente della persona: siamo preziosi agli occhi di Dio, sempre. Ogni persona è il riflesso nell’immagine di Dio che noi veneriamo». Così monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo Reggio Calabria - Bova.

L'accoglienza in Calabria

«A fronte di 403 comuni calabresi, ben 114 sono impegnati in progetti di accoglienza e integrazione. Questo deve essere motivo di vanto e di orgoglio per l’intera Calabria. Il sistema va comunque migliorato, soprattutto nella prima accoglienza spesso praticata in strutture inadeguate. L’accoglienza non può essere delegata ai privati ma deve essere gestita come un servizio pubblico essenziale.

I tanti progetti attivi in Calabria generano un duplice beneficio. Non è un caso che la maggior parte di essi abbia sede in piccoli piccoli centri. L’accoglienza è sicuramente, anche se non l’unico, un importante strumento di contrasto allo spopolamento. A Sant’Alessio in Aspromonte è stato così. I migranti sicuramente riescono a mantenere accesa la fiammella della speranza». Così Stefano Calabrò, coordinatore uscente della commissione Immigrazione e politiche dell'accoglienza di Anci Calabria e anche già sindaco di Sant’Alessio in Aspromonte.