VIDEO | L'evento andato in scena al Museo del bergamotto rientra nelle iniziative nell’ambito della settimana nazionale della celiachia in Calabria. Sul podio l'Ipsia Dea Persefone di Locri
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Tra le sfide per un mondo vissuto a pieno anche da chi ha la celiachia, affinché siano contrastate forme di emarginazione e isolamento e si lavori concretamente per l’inclusione e la coesione sociale, vi sono certamente quelle del cibo e della ristorazione, chiamata ad ampliare la gamma di piatti e sapori. Sfide del tempo presente antesignane delle prassi consolidate future, ecco perché una delle tappe reggine della settimana nazionale della celiachia ha messo al centro la best practice della Calabria incentrata sul percorso di competenze trasversali e orientamento (Pcto) di alcuni istituti alberghieri della Regione. Giovani aspiranti chef si sono cimentati, nell’ambito del contest Kalavria senza glutine, nella cornice del museo del Bergamotto di Reggio Calabria, nella preparazione di menù gluten free, alla base di prodotti tipici dei vari territori.
Ipsia Dea Persefone di Locri sul podio
Presenti nella città dello Stretto le delegazioni scolastiche di Iis – Ipsia – Iti Ezio Aletti Trebisacce, Ipssar Luigi Einaudi Lamezia Terme, Ipsia Dea Persefone di Locri, Iis Renda di Polistena, Iis Euclide di Bova Marina, Ipalb Tur di Villa San Giovanni e Iis Rita Levi Montalcini Sersale. A vincere il contest è stato il menù Gluten free dell’istituto Ipsia Dea Persefone di Locri con Girandola di spatola con pomodoro secco, riso soffiato e gel di ortica (antipasto), Chicche di grano saraceno con fave in osmosi, acciuga, peperoncino e pomodorini gialli (primo piatto), la Melenzana ‘mbuttunata (secondo piatto) e la Dolce Dea (dolce).
La buona pratica e la Calabria pioniera
La buona pratica, consistente in un percorso articolato e strutturato – Pcto denominato Calabria gluten free – che spazia dalla preparazione di ogni tipo di piatto, compresa la pizza, fino al beverage e alla sala, avviata in pieno lockdown e adesso approdata alla dimensione in presenza, rappresenta un’esperienza virtuosa di cui la Calabria è stata pioniera. Essa oggi è al centro di un protocollo non più regionale ma nazionale, sottoscritto dalle varie articolazioni regionali dell’associazione italiana Celiachia con l’agenzia vigilata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Anpal Servizi. Aderiscono al progetto calabrese le scuole oggi presenti al contest unitamente all’Iis Mancini Tommasi di Cosenza e all’Iis Einaudi Serra San Bruno.
«È stata per noi un’avventura entusiasmante che abbiamo voluto concludere con questo contest dedicato ai nostri giovani aspiranti chef e che ci apprestiamo a riproporre il prossimo anno con dieci scuole. Unitamente alla dimensione didattica, immersa nei sapori e nei prodotti del nostro territorio, studentesse e studenti potranno proseguire il loro percorso formativo presso le strutture che hanno aderito alla cucina senza glutine in modo da assicurare continuità al percorso stesso in modo sempre più qualificato e dare concretezza alla prospettiva professionale nel settore di studio. Il tutto nel segno della finalità sociale propria dello stesso progetto realizzato», ha spiegato la reggina Anna Cannizzaro, consigliera nazionale della Federazione italiana Celiachia.
La sfida per una diagnosi tempestiva
Una best practice che investe sulle nuove generazioni, ma la sfida per l’inclusione e la coesione sociale non riguarda soltanto l’aspetto alimentare ma anche quello medico.
«La nostra missione principale è quella della sensibilizzazione e dell’informazione al fine di contribuire ad un’opinione pubblica consapevole che le persone celiache sono persone, appunto, la cui dimensione sociale non può essere compromessa dalla patologia autoimmune multifattoriale della quale sono affette. Siamo molto impegnati anche nelle scuole. Sul fronte medico purtroppo, nonostante i passi in avanti compiuti dalla ricerca, che anche la stessa Federazione italiana Celiachia sostiene con delle borse di studio, oggi bisogna ancora lavorare molto per professionalizzare la classe medica. Troppo è ancora il tempo impiegato per diagnosticare la celiachia. La ricerca ha contribuito a superare la vecchia letteratura scientifica che tendeva ad associare la malattia ai soli sintomi manifestati dall’intestino. Oggi la pelle, i capelli, i denti e le unghie possono anche rivelare la presenza di questa patologia come anche la propensione ad aborti spontanei o, per gli uomini, la sterilità. È perciò necessario andare ancora avanti con la ricerca e lavorare sul fronte della sensibilizzazione e dell’informazione scientifica», ha concluso Anna Cannizzaro, reggina consigliera nazionale della Federazione italiana Celiachia.
La settimana nazionale della Celiachia in Calabria, regione dove vivono quasi settemila persone celiache, iniziata a Reggio lo scorso 14 maggio nel segno dell’incontro e della testimonianza, dopo la tappa odierna, si concluderà domenica con l’assemblea regionale annuale nella cornice dello splendido castello Galluppi di Caria di Drapia, in provincia di Vibo Valentia.