Dedicata interamente al ricordo dei caduti dell’attentato passato alla storia come strage di Nassirya, avvenuta in una base militare in Iraq il 12 novembre 2003 e che costò la vita a 28 persone tra cui 19 italiani, la mattinata vissuta a Paola all’insegna della celebrazione di un lutto che ancora, dopo 20 anni, brucia come una ferita non rimarginata per l’intera nazione, è iniziata con la cerimonia nella chiesa del Rosario.

Alla messa, officiata dal parroco don Pietro De Luca, hanno partecipato il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, il questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, il comandante provinciale dei Carabinieri, col. Agatino Saverio Spoto, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Giuliano dell'Anna, il comandante Francesco Ferrara del Primo reggimento Bersaglieri di Cosenza, il comandante Marco Pedullà della Compagnia dei Carabinieri di Paola e Teodoro Basile della Compagnia dei Carabinieri forestali,  Emilia Boccagna, direttrice della casa circondariale di Paola, il tenente Ivan Tarantino della Guardia di Finanza di Paola, Elga Rossignuolo e Antonio Stabilito del Commissariato di Paola, insieme al collega della Stradale, Pasquale Ciocca, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, nella persona di Giampiero Rizzo, Giuseppe Castronovo della Capitaneria di Porto di Cetraro e il maresciallo Fausto De Caria dell'Ufficio locale marittimo, la polizia municipale di Paola, nella persona della comandante Ivana Cosco, e infine il sindaco di San Lucido, Cosimo De Tommaso.

Leggi anche

Al termine della liturgia è seguita la processione tra le strade del borgo tirrenico, un corteo che, guidato dai Bersaglieri del primo reggimento di Cosenza, ha dapprima fatto tappa dinnanzi al monumento della centralissima Piazza IV Novembre, per poi raggiungere la stele eretta, a pochi metri di distanza, nello spazio che la città del Santo ha dedicato proprio alle vittime dell’atto terroristico, dove ad attendere i rappresentanti delle istituzioni, c’erano - trepidanti - i bimbi della scuola primaria, insieme alle dirigenti e alle insegnanti dei vari plessi, già sul posto insieme alla consigliere regionale Sabrina Mannarino.

Nel solco di una tradizione ormai radicata, la comunità arroccata alle pendici del Santuario del Patrono di Calabria, ha dato ancora una volta prova di grande vicinanza e partecipazione, sentimenti che malgrado il tempo trascorso si rinnovano continuamente nelle nuove generazioni.

«Facciamo queste cerimonie - ha detto il prefetto  Vittoria Ciaramella - proprio per rinnovare la memoria, per far sì che le nuove generazioni sappiano cosa è avvenuto in passato. Non ripetere gli stessi errori e anzi continuare a combattere per la pace. Perché in effetti questi giovani, che sono morti a Nassiriya, erano stati mandati lì per un'opera di pacificazione, per portare pace, giustizia, libertà in quei territori così lontani e spesso sconosciuti».

«È bello vedere che ci siano ancora delle dei bambini che riflettono - ha commentato a margine il comandante provinciale dei Carabinieri, col. Agatino Saverio Spoto - che fanno discussione su quanto sta avvenendo. Ovviamente anche trasportando quello che è successo nel passato con quello che sta succedendo adesso. Quindi il messaggio di pace, la voglia di pace, deve essere sempre più forte».