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20060321 - REGGIO CALABRIA - CRO - FORTUGNO: ARRESTI; OMICIDIO IN AMBITO GUERRA MAFIA LOCRI ll vice presidente Francesco Fortugno in una seduta del Consiglio regionale della Calabria in un'immagine d'archivio. L' omicidio Fortugno e' maturato nella guerra di mafia tra i Cordi' ed i Cataldo per la supremazia nel 'locale' di Locri. Tra i catturati c'e' Vincenzo Cordi', di 49 anni, capo dell' omonima cosca, figlio di Domenico Cordi', assassinato nel settembre del 1967 nella strage di piazza Mercato, a Locri, dalla quale scaturi' la guerra di mafia tra i Cordi' ed i Cataldo. Vincenzo Cordi' deve rispondere di associazione mafiosa. FRANCESCO CUFARI-ARCHIVIO / ANSA / DEF
Il sacrificio di Franco non è stato vano». Lo ha detto la moglie di Franco Fortugno, Maria Grazia Laganà, già deputata, in occasione dell'iniziativa che si è svolta questa mattina a Locri, in ricordo del vicepresidente del Consiglio regionale ucciso il 16 ottobre 2005.
L'iniziativa si e' svolta nell'ambito del progetto "Il cammino della legalità", durante il quale la moglie del politico calabrese ha sottolineato la presenza delle scuole e di tante persone, aggiungendo: «Il sacrificio di Franco ha ridestato la coscienza sociale sopita in Calabria e ha contribuito a sedimentare, in un'intera generazione di studenti, il "senso della legalità" che forse non aveva mai avuto modo di svilupparsi nelle generazioni precedenti. Purtroppo - ha aggiunto - bisogna riconoscere che non tutti i raccolti successivi a quel tragico 16 ottobre 2005 hanno portato gli stessi, buoni frutti. L'impegno contro le mafie non e' un campo che può essere messo a maggese. Va coltivato quotidianamente, con impegno, con dedizione esclusiva, con serietà, con attenzione».
Quindi ha sottolineato il significato di democrazia, «non una semplice forma di Stato - ha detto - ma un valore assoluto su cui oggi ritengo giusto spendere qualche parola». In questa direzione l'ex deputata si e' anche soffermata sul fatto che «la metà dei cittadini sia talmente tanto sfiduciata da appartenere in pianta stabile alla schiera di coloro che non si recano alle urne. La metà del Paese, con il proprio silenzio e la propria assenza, segnala una protesta profonda, reale, molto più preoccupante della protesta "urlata". In tempi di battaglie a colpi di sondaggi - ha affermato - sarebbe bene dedicare più attenzione a qual e' il livello della fiducia che i cittadini ripongono nella politica e nelle istituzioni».
Una riflessione e' stata dedicata anche al fenomeno dell'emigrazione: «Lo scorso anno - ha dichiarato Lagana' Fortugno - oltre 100mila italiani hanno fatto la valigia per trasferirsi all'estero; e' una condizione che noi conosciamo, essendo figli di una terra di emigrati, che ha "polverizzato" la comunita' calabrese nei cinque continenti. Eppure, siamo anche terra di accoglienza». Sottolineando il fenomeno della migrazione, ha spiegato che «la disuguaglianza e' un nemico che dobbiamo combattere al pari della 'ndrangheta. Un nemico subdolo, che si nasconde ai nostri occhi ma che alimenta gli odi e le guerre. Disuguaglianza tra la parte ricca e la parte povera del mondo, ma anche disuguaglianza dentro la nostra societa', nelle nostre regioni, nelle nostre citta'. Mentre cio' avviene, mentre questo male consuma dall'interno le comunita' nelle quali viviamo - ha aggiunto - i problemi concreti restano drammaticamente irrisolti».
Dal punto di vista delle iniziative, la vedova di Fortugno ha ricordato che «finalmente arriveranno i fondi della cosiddetta "Legge Fortugno", 38 milioni di euro per diversi interventi sul territorio, per effetto della rimodulazione del protocollo che sarà sottoscritta domani da Regione, Provincia e Comune. Risorse importanti, che potranno rappresentare una goccia nel mare delle necessità di questa terra che ha bisogno di speranza. Tuttavia, nella Locride, continuiamo a fare i conti con la crisi economica, con la mancanza di sbocchi occupazionali per i giovani, con l'isolamento nei trasporti, con la mancanza di infrastrutture, con il dramma di una sanità che non può ammettere più sprechi ma - ha detto - non può essere sottoposta a misure draconiane e tagli inaccettabili. Il diritto alla Salute è un bene costituzionalmente tutelato. Non garantire quel diritto significa alimentare le disuguaglianze, favorendo così la rabbia sociale e la sfiducia nelle istituzioni, in un corto circuito che finisce per rafforzare l'idea dell'anti-Stato e svilire quella dello Stato». In questa direzione, Laganà Fortugno ha chiesto di "accendere un faro" sulla sanità, con uno "scatto della politica".