VIDEO | Un'arte antica che richiede tempo e competenza: si va dalla raccolta e l'essiccazione fino alla filatura e tessitura. Nel centro grecanico se ne occupa una cooperativa poi diventata associazione culturale
Tutti gli articoli di Attualità
Laura Crisupulli fa parte di una generazione passata che continua a svolgere una pratica artigianale remota, ossia la lavorazione della ginestra. L’antica arte della lavorazione della ginestra rappresenta un pezzo fondamentale dell’identità storica collettiva della popolazione dell’area grecanica. È un atto di conservazione culturale, una dimostrazione di rispetto per la natura e una celebrazione delle tradizioni che hanno plasmato la storia di questa regione. Preservare e promuovere queste tecniche è fondamentale per mantenere vivo il patrimonio culturale della Calabria grecanica, un tesoro di inestimabile valore.
GRECANICA NEWS - Consulta l'intera sezione di LaC News24
La fibra di ginestra rappresenta un dono di una natura generosa a genti povere che vivevano di duro lavoro e si procuravano il necessario per vivere con il sudore della propria fronte, attingendo a ciò che di buono il territorio poteva offrire. Il fiore di ginestra è una pianta arbustiva diffusa in molte regioni del Mediterraneo che cresce nei terreni più impervi, aridi e sabbiosi. I suoi fiori che sbocciano tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate sono di un giallo intenso e il loro profumo è dolce e penetrante. La lavorazione della ginestra è un'arte antica che richiede tempo e competenza. Il processo include la raccolta, l'essiccazione, la macerazione, la battitura, la cardatura e infine la filatura e tessitura delle fibre. La trasmissione delle competenze artigianali avveniva tradizionalmente attraverso l'apprendimento intergenerazionale. Tuttavia, con il cambiamento delle dinamiche familiari e sociali, questo passaggio di conoscenze si è interrotto. Molte tecniche e segreti legati alla lavorazione della ginestra rischiano di andare perduti con l'invecchiamento delle ultime generazioni di artigiani. I giovani attratti da lavori meno faticosi e più remunerativi, hanno progressivamente abbandonato queste pratiche considerate obsolete e poco redditizie.
«È partita come una cooperativa, poi con gli anni è divenuta un’associazione culturale e la nostra specialità è il lavoro artigianale. Abbiamo cercato di portare avanti il lavoro dei nostri nonni, ora con difficoltà perché mancano i prodotti. Questa tradizione finirà perché tra pochi anni pensiamo di chiudere. Non abbiamo più l’età, la forza, non ci sono più i giovani che vogliono imparare», afferma l’artigiana Laura Crisupulli.