Tra i protagonisti del grande evento di Bova c’era il Co.Re.COM, presente alla due giorni con i vertici del sodalizio. L'iniziativa è stata promossa dal Comune e dalla società editoriale Diemmecom (col patrocinio Corecom), con l’obiettivo di raccontare e rilanciare il patrimonio delle minoranze linguistiche calabresi. 

Ne abbiamo parlato con il presidente Fulvio Scarpino.
«Due giorni a Bova, immerse tra le minoranze linguistiche e culturali della Calabria, hanno rappresentato una svolta significativa. È la prima volta che si crea un evento di tale portata, e ciò dimostra l’importanza di tutelare e valorizzare queste radici profonde che attraversano secoli di storia. Le lingue delle minoranze non sono solo strumenti di comunicazione, ma sono veri e propri custodi di un patrimonio immateriale che va preservato, poiché rappresentano l’anima di una Calabria autentica e identitaria, capace di resistere all’omologazione culturale».

 In questo quadro vibrante, il borgo di Bova ha accolto artisti, intellettuali e cittadini.
«Divenendo un palcoscenico per un dialogo fertile e appassionato. Qui, ogni parola, ogni immagine proiettata ha evocato storie antiche e nuove, tessendo un arazzo ricco di sfumature e colori che raccontano la vita e la lotta di chi vive in questo angolo di Calabria. L'emozione palpabile di quei momenti ha dimostrato quanto sia fondamentale dare voce a queste esperienze, per costruire un futuro che non dimentichi il passato».

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A Bova abbiamo anche assistito alla proiezione di alcuni cortometraggi e docu-serie. Un modo più moderno ed efficace di raccontare la Calabria.
«Durante la manifestazione, abbiamo assistito a un momento significativo, rappresentato dalla proiezione di cortometraggi e docu-serie. Queste forme di narrazione audiovisiva non sono semplici strumenti di intrattenimento; sono porte aperte su un mondo in cui il passato e il futuro si intrecciano, rivelando l’essenza profonda della Calabria. Attraverso queste opere, si raccontano non solo storie, ma si tracciano le linee di un’identità culturale che, lungi dall’essere statica, si evolve e si rinnova.

I giovani, protagonisti indiscussi di queste narrazioni, sono più che custodi di tradizioni; sono gli attori di una metamorfosi culturale. Tornano ad abitare una terra che, pur nel suo splendore, ha subito il peso del silenzio e dell’oblio. Questi ragazzi e ragazze, animati da una passione autentica, sono i narratori di un futuro in cui la cultura calabrese trova nuove strade per esprimersi e per farsi ascoltare. La loro creatività, veicolata attraverso l’audiovisivo, diventa una lingua universale capace di superare le barriere e di avvicinare cuori e menti».

La due giorni di Bova ha messo in risalto la possibilità di fare dei borghi storici calabresi un punto di forza turistico-culturale. Ma ognuno deve fare la propria parte.
«La due giorni di Bova ha reso evidente una verità ineludibile: i borghi storici calabresi possono diventare veri e propri poli di attrazione turistica e culturale, ma affinché questo sogno si realizzi, è imperativo che ogni attore della comunità faccia la propria parte».

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A partire dalle istituzioni locali.

 «Le istituzioni locali devono investire in iniziative che promuovano e tutelino il patrimonio culturale, mentre i singoli cittadini, con la loro presenza e partecipazione, possono contribuire a creare un clima di rinnovata consapevolezza e orgoglio».

Quindi torniamo all’importanza degli audiovisivi.
«In questo contesto, l’audiovisivo si erge a potente strumento di comunicazione e di dialogo intergenerazionale. Esso non solo documenta la realtà, ma la interpreta, la reinventa, permettendo di far emergere la ricchezza delle storie calabresi in modo vibrante e contemporaneo».

L’importanza di raccontare la Calabria attraverso il linguaggio del cinema e della televisione.
«Che significa, in sostanza, tessere una trama di emozioni, di ricordi e di sogni, capace di attrarre l’attenzione di chi vive lontano, risvegliando un interesse autentico per le nostre radici culturali. In questo cammino, ogni cortometraggio e ogni docu-serie diventa un atto di resistenza e di rivendicazione, un’affermazione della nostra identità».

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Per cui è importante che tutti diventino e si sentano protagonisti.
«Se vogliamo che la Calabria risuoni come un faro di cultura e innovazione, è essenziale che tutti noi, in questa avventura, ci consideriamo attori protagonisti. Solo così possiamo trasformare la cultura in un motore di sviluppo, in un tessuto connettivo che unisce le generazioni passate, presenti e future, per costruire un orizzonte luminoso, ricco di speranza e di significato».

Il Co.Re.COM ha in progetto per il futuro una serie di iniziative.
«Il Co.Re.COM, ha in cantiere una serie di iniziative ambiziose. Il premio, attualmente in corso di svolgimento, dedicato ai migliori contributi comunicativi e informativi sulle minoranze linguistiche, rappresenta non solo un riconoscimento, ma un faro luminoso capace di guidare nuove idee e progetti. Il Corecom Calabria non vuole limitarsi ad essere un semplice osservatore; desidera essere un attore protagonista in questo percorso di riscoperta e promozione delle nostre tradizioni, un partner attivo pronto a collaborare con chiunque desideri narrare, attraverso cortometraggi e docu-serie, la ricchezza e la complessità della nostra terra».

Questo è importante nel complesso momento storico come quello che stiamo vivendo.
«In un mondo in cui le identità culturali rischiano di sfumare nell’oblio, ambiamo a porci come protagonista, come custode e promotore della memoria collettiva. Vogliamo essere parte di questa splendida avventura fin dalle sue origini, coinvolgendo i giovani e incoraggiando la creatività, affinché ogni racconto possa esprimere il valore inestimabile delle nostre radici e della vivacità delle nuove generazioni, che ci proiettano verso orizzonti inediti».

Tracciando un bilancio dell’importo evento di Bova cosa possiamo dire?
«In conclusione, l’evento di Bova non è stato semplicemente una celebrazione del passato, ma una promessa di futuro, un appello appassionato affinché le nostre culture e lingue non svaniscano nel silenzio dell’indifferenza. È un invito a scrivere insieme il prossimo capitolo della nostra storia, in cui ogni voce, ogni dialetto e ogni tradizione trova il suo posto, vibrando all’unisono nel grande concerto della Calabria. Questo è il momento di riscoprire il nostro patrimonio culturale, di farlo risuonare in ogni angolo della regione, per costruire una Calabria che abbraccia la diversità e celebra l’identità.