Il Comune di Altomonte ha consegnato simbolicamente la bandiera nazionale. In Calabria gli aderenti all'associazione sono quindici. L'importanza degli stili di vita a misura d'uomo
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L’Italia è terra di borghi stupendi, unici, eredità sublime di una storia distintiva che si conta in millenni. La Calabria, in questo contesto, ha molto da dire e da raccontare: dal Pollino allo Stretto di Messina, dal Tirreno allo Jonio. Spesso, parlando di borghi, ci si sofferma anche sul concetto di aree interne, montane e collinari. Una risorsa potenzialmente strepitosa, ma poco valorizzata e utilizzata. Molti centri storici dell’entroterra potrebbero svolgere funzioni strategiche sul fronte sociale, del benessere collettivo, del turismo esperienziale, dell’artigianato artistico, della massima attenzione per le radici culturali e identitarie quale leva straordinaria di sviluppo. Eppure non è così, o le è solo in piccola parte e per pochissime settimane dell’anno riconducibili essenzialmente al mese di agosto. Gli sforzi locali sono spesso encomiabili, ma occorrerebbero politiche adeguate capaci di imprimere spinte potenti. Non voglio accodarmi alla consueta litania dei finanziamenti occorrenti e che sono insufficienti, o suonare la grancassa del lamento ad ogni costo. Mi piace l’arte del fare. La Calabria, prima ancora dei suoi borghi, deve essere capita e studiata. La si può amare se si ha la cultura o la sensibilità istintiva per farlo.
Ho voluto seguire di persona l’iniziativa che sabato 2 marzo si è tenuta a Badolato, costa jonica della provincia di Catanzaro. Il comune di Altomonte ha consegnato la bandiera dei Borghi più belli d’Italia che sono riuniti in un’associazione che fa capo all’Anci: in Calabria sono 15 sul totale nazionale di 361. Li elenchiamo, perché sono davvero uno più interessante e suggestivo dell’altro: Rocca Imperiale, Oriolo, Aieta, Morano Calabro, Civita, Buonvicino, Altomonte, Caccuri, Santa Severina, Fiumefreddo Bruzio, Tropea, Badolato, Stilo, Gerace, Bova.
Dalla dimensione albanofona a quella grecanica, dai tesori naturalistici del Parco nazionale del Pollino a quelli dell’Aspromonte e delle Serre, dai castelli arroccati e dominanti l’abitato ai balconi sul mare che guardano le Isole Eolie, dalle Chiese monumentali ai portali in pietra. Il respiro dei secoli lo si coglie tra vicoli e piazzette dove si può ancora ascoltare il silenzio tanto caro ai certosini di Serra San Bruno. Un immenso patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico, ambientale, ma anche identitario come nel caso del folklore, delle tradizioni agroalimentari ed enogastronomiche, della religione e della pietà popolare. L’eco delle popolazioni pre-elleniche, della Magna Grecia, dell’età romana, dei Bizantini e dei Longobardi, dei Normanni e degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi, delle truppe spagnole, francesi, austriache, dei pirati arabi e ottomani… Secoli e secoli di contaminazioni culturali, fra vere e proprie tragedie insanguinate e momenti in cui l’intelletto ha raggiunto le proprie vette assolute, come nel caso di Tommaso Campanella e della sua Stilo…
I Borghi più belli della Calabria narrano vicende che hanno lasciato un segno indelebile, e sono lì, spesso bisognosi di amorevoli interventi di restauro, di messa in sicurezza, di riqualificazione, o del potenziamento di servizi primari a partire dalla raccolta puntuale dei rifiuti. Sono un immenso museo, ma potrebbero essere molto di più: luoghi nei quali è possibile una vita a misura d’uomo, richiamando i princìpi di armonia pitagorica sviluppatisi a partire dall’antica Kroton. Leggiamo ogni giorno di caos, di smog, di allergie, di stress, di nevrosi, di metropoli inquinate e dai ritmi insopportabili, di necessità di ragionare in termini di sostenibilità… ecco la risposta per affidare un ruolo decisivo ai Borghi di Calabria, 365 giorni all’anno: proporre, come appena detto, stili di vita a misura d’uomo. Partire da qui per fare tanto! Ne riparleremo a breve su LaCNews24, in piena coerenza con alcuni progetti importanti che stiamo per lanciare.
Alla cerimonia di Badolato, che ha avuto un’occasione di confronto a più voci nella sede del Comune, erano presenti, tra gli altri, il sindaco del centro jonico Giuseppe Nicola Parretta, accompagnato dall’assessore Pia Russo; diversi suoi colleghi provenienti da tutta la Calabria; il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso; il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile; Andrea Ponzo, coordinatore regionale de “I Borghi più belli d’Italia”; Filippo Capellupo, presidente Unpli Calabria. Due passi tra le stradine e le scale di Badolato mi hanno fatto rivivere atmosfere tipiche del Medioevo o del Rinascimento. In un ristorante condotto da giovani competenti e volenterosi, finito il convegno, abbiamo degustato specialità gastronomiche locali preparate dagli allievi dell’Istituto Alberghiero di Soverato. Ottimo davvero il “mostacciolo al mosto cotto”: una delizia!