Costruire a mano dei presepi di ogni sorta per superare il dolore della morte della moglie Rita, con cui ha vissuto fianco a fianco per settant'anni. È la storia di Francesco Costa, ex insegnante residente a Scalea, resa ancora più straordinaria dall'età del protagonista: novantasette, da compiere a breve. «Sono diventati la mia ossessione - ci spiega, dopo averci aperto le porte di casa sua -. A un certo punto ci pensavo anche di notte, quando non riuscivo a dormire. Il pensiero di trovare una nuova idea per un altro presepe mi ha salvato dalla disperazione». Ad oggi, la sua collezione ne conta oltre centoventi.

Il dolore per l'assenza di Rita

Francesco Costa lo avevamo già incontrato nel gennaio del 2021 e proprio in quella occasione raccontò pubblicamente della sua passione per i presepi. A lui sono sempre piaciuti. Glieli ha fatti amare la sua mamma dall'età di otto anni, quando li costruiva, con grande cura, a ridosso del Natale. Da adulto, Francesco, nel frattempo divenuto insegnante, ha fatto altrettanto. Ad ogni festività natalizia ha addobbato la sua casa con una sua creazione, un piccolo presepe artigianale fai-da-te, costruito con materiali di riciclo. Il passaggio da passione a "ossessione", come la chiama lui, è avvenuto esattamente il 1° di novembre del 2020

«Mi moglie Rita era morta da un paio di settimane e non stavo per niente bene. Eravamo spostati da settant'anni». Per giorni, Francesco sente che la sua esistenza non ha più senso. Poi, d'improvviso, succede qualcosa di impensabile. «Ho visto una base rotonda, doveva essere una di quelle di plastica, coprono le confezioni di gelato, e ho pensato: "adesso vedo se posso farci un presepino"». Subito dopo ha cominciato a ricercare materiali per dare forma alla sua idea e alla fine il risultato lo ha soddisfatto, ma non troppo. «Doveva venire un po' meglio». Così, ha ricominciato e ha continuato a farne sempre di più piccoli e originali. «Mangiavo le noci per usare il guscio». Tutto in nome e in ricordo di Rita: «Tutti i miei presepi sono dedicati a lei, è il mio pensiero fisso. Perché dicevo...». Vuole rievocare qualcosa, probabilmente una delle loro ultime conversazioni, ma non riesce a finire la frase che si commuove.

La vita è bella

Oggi, grazie ai suoi presepi, Francesco può pensare alla sua Rita e alla famiglia che hanno costruito insieme con maggiore serenità. «Io sto bene, ho voglia di fare tante cose. Generalmente con il passare degli anni si perde l'entusiasmo, anche la voglia di fare una passeggiata. Io, invece, no, mi viene in mente sempre qualcosa di nuovo. La vita è bella, solo che a volte non ce ne rendiamo neppure conto». E forse il segreto sta tutto nell'autoironia: «Ci rivediamo nel 2026 per festeggiare il traguardo dei cento anni - ci dice quando ci accompagna all'uscio della porta - ma se dovessi accorgermi di non riuscire ad arrivarci, vi chiamo prima». E comincia a ridere di gusto. Così, Francesco Costa, è riuscito ad ingannare persino la morte.