L’intervista

Carceri, in Calabria 80 tentativi di suicidio da inizio anno. Il garante dei detenuti Luca Muglia: «Il disagio è evidente»

VIDEO | Oggi un 21enne di Salerno si è tolto la vita nell'istituto penitenziario di Paola. L'avvocato spiega che i dati sono davvero allarmanti se si considera che si sono verificati anche oltre 200 atti autolesionistici. Ma indica pure una soluzione per uscire dalla crisi

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di Antonio Alizzi
1 luglio 2024
20:02

Tre suicidi in carcere in Calabria dall'inizio dell'anno. La nostra regione non è estranea al tema del giorno, come ha ricordato l'avvocato Luca Muglia, garante regionale dei detenuti, nel corso dell'intervista realizzata negli studi televisivi di Cosenza Channel. Stamane l'ennesima tragedia. Una mattanza senza fine.


Un giovane di 21 anni, originario di Salerno, si è impiccato nel carcere di Paola. Era lì da 15 giorni per aver violato alcune prescrizioni imposte dal giudice nel periodo concesso agli arresti domiciliari a Scalea. Prima ancora era stato recluso a Poggioreale. Oggi il dramma ha assunto una proporzione diversa. Una famiglia distrutta, una sconfitta per lo Stato. Ma non solo. Durante la chiacchierata, il Garante Luca Muglia ha spiegato che nella nostra regione si sono verificati anche 80 tentativi di suicidio dall'inizio dell'anno e oltre 200 atti autolesionistici. 

Suicidi in carcere, Governo pronto ad intervenire

La politica nazionale ha deciso di mettere mano alla questione. Il Governo Meloni ha annunciato un decreto ad hoc per fine mese. Il sovraffollamento è sotto gli occhi di tutti. Dall'altro canto, il deputato di Italia viva Roberto Giachetti ha presentato una proposta di legge che riguarda la liberazione anticipata.

Per l'avvocato Luca Muglia, che sul tema ha idee ben precise, va bene tutto purché si faccia qualcosa che vada negli interessi dei detenuti. Che hanno aspettative sul tema. Perché la vita in carcere non è semplice. Il disagio è palpabile e pochi istituti penitenziari sono virtuosi, nel senso che consentono ai reclusi di dedicarsi a varie attività. Che siano lavorative, sociali o teatrali poco cambia. Senza dimenticare, come ha sottolineato il garante, che una delle soluzioni potrebbe riguardare l'aumento delle telefonate con i familiari. Così il detenuto potrebbe sentirsi meno solo.

La strada proposta da Luca Muglia è semplice e concreta: far uscire di carcere coloro i quali hanno da scontare circa 2-3 anni di residuo pena: sono la maggior parte dei detenuti. Inciderebbe tanto sul sistema nazionale. Bisogna capire qual è la volontà del legislatore. Ma di certo le carceri scoppiano e oggi sono diventate ancora di più un luogo di morte. E uno Stato come l'Italia non se lo può permettere.

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