Il 7 giugno il Consiglio regionale ha dato il via libera all’indizione della consultazione popolare consultiva con cui si demanda ai cittadini residenti a Campora San Giovanni e a quelli di Serra d’Aiello la modifica dei confini territoriali dei due comuni della provincia di Cosenza
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Dal Tar di Catanzaro arriva il secondo no al Comune di Amantea che aveva avanzato una nuova istanza di sospensione del referendum finalizzato a sancire l’accorpamento della frazione di Campora e di Serra d’Aiello. Legittima, pertanto, la procedura seguita dalla Regione Calabria.
Il sindaco Vincenzo Pellegrino, tuttavia, non getta la spugna ed annuncia che proseguirà la sua battaglia di opposizione. «Tra i motivi aggiunti al ricorso per la richiesta di sospensiva - spiega - ci sono anche le variazioni di popolazione conseguenti alla eventuale separazione. Amantea scenderebbe sotto i 10 mila abitanti. Il nuovo Comune di Temesa, di contro, non raggiungerebbe i 4 mila. Entrambe le cose urtano contro la normativa vigente. Il Tar, sorprendentemente, non ha tenuto conto di tutto ciò. Abbiamo letto con attenzione l’ordinanza ed abbiamo predisposto gli atti per affidare ai legali del Comune l’incarico di preparare il ricorso al Consiglio di Stato».
Il referendum per la “scissione” da Amantea
Il 7 giugno il Consiglio regionale ha dato il via libera all’indizione del referendum consultivo con cui si demanda ai cittadini residenti a Campora San Giovanni e a quelli di Serra d’Aiello la modifica dei confini territoriali dei due comuni della provincia di Cosenza. Voci contrarie nell’Assise di Palazzo Campanella furono soltanto quelle di Ferdinando Laghi e Antonio Maria Lo Schiavo, all’epoca ancora del gruppo DemA. In particolare seguì favorevolmente la vicenda anche Franco Iacucci del Partito Democratico nonostante non facesse parte della commissione.
Qualora la maggioranza esprimesse parere favorevole, vedrebbe la luce Temesa, un terzo comune che verrebbe così costituito da zero. L’iniziativa fu avanzata dal consigliere Giuseppe Graziano dell’Udc e la proposta di provvedimento amministrativo è la numero 65/12^. Nel documento in questione si espongono in dettaglio le motivazioni che spiegano, non solo gli aspetti urbanistici, ma soprattutto l’etnia socio-culturale della popolazione della frazione di Campora San Giovanni che affonda le proprie origini e si accomuna con l’attuale territorio di Serra d’Aiello.
I nuovi confini e le speranze degli abitanti di Campora
I commissari che guidavano il comune di Amantea prima dell’elezione di Pellegrino impugnarono subito il dispositivo. Il Tar ad ottobre rigettò la prima istanza, spingendo la nuova squadra di governo a riformulare il ricorso, di cui oggi si ha avuto il responso. Nel mentre, tra gli abitanti della popolosa frazione di Campora San Giovanni, è cresciuto il sentimento “indipendentista”. Dando loro voce direttamente sul territorio, il nostro network ha colto una diffusa volontà di recarsi alle urne per esprimere parere favorevole a ridisegnare i confini.
Sarebbero delimitati dalla foce del fiume Oliva che, come evidenziava il documento portato in consiglio regionale da Graziano, è stata riconosciuta, sotto il profilo storico, archeologico e geografico, territorio appartenente alla Necropoli di Temesa che si estende fino alla foce del torrente Torbido. Per Amantea, che rivendica come tutto ciò non sarebbe possibili ai fini di legge, c’è un’ultima carta da giocare: quella del Consiglio di Stato. L’esito del referendum sarebbe pressoché scontato e priverebbe uno dei comuni più attrattivi del Tirreno cosentino del porto e di una florida zona industriale. Non esattamente il massimo per chi ha le casse al verde dopo anni di commissariamento.