FOTO GALLERY | Il 3 luglio 2006 il capoluogo provinciale fu investito da piogge torrenziali che riversarono sul territorio 200 millimetri d’acqua in una manciata di ore. Tre morti, tra cui un bimbo di 15 mesi, e frazioni marinare devastate. Molti fondi sono spariti e la ricostruzione non è mai stata completata (ASCOLTA L'AUDIO)
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Oggi, 3 luglio 2023, piove su Vibo. Pioveva anche 17 anni fa, ma quel giorno, il 3 luglio 2006, venne giù il cielo. Una data impressa nella memoria collettiva. Una ricorrenza che porta con sé l’amarezza della tragicità di eventi climatici che scuotono con violenza sia i piccoli paesi sia le grandi città. Drammi che spingono a riflettere sull'importanza della prevenzione. In quel luglio di 17 anni fa, nel fiore dell’estate, Vibo Valentia e le frazioni marine furono travolte da una devastante alluvione.
Le vittime del 3 luglio 2006
Una cascata di acqua e fango che con improvvisa violenza colpì il litorale costiero vibonese provocando morti, danni per milioni di euro alle infrastrutture stradali, alle abitazioni e agli insediamenti produttivi, e circa trecento sfollati. In quel terribile giorno morirono lungo la statale 18: Salvatore Gaglioti di soli 15 mesi, lo zio Ulisse Gaglioti e Nicola De Pascale. Entrambi erano guardie giurate. Furono momenti di grande paura. Bruno Virdò, altra guardia giurata, era in transito anch’egli lungo il tratto stradale nei pressi di Longobardi. Provò a salvare la vita del piccolo Salvatore che in quel momento si trovava in auto con la mamma. Fece di tutto per poter trattenere il bambino, trascinato dalla furia nel nubifragio. Il corpo senza vita del piccolo venne ritrovato poco più tardi. Una tragedia che rivive nel racconto fotografico di Francesco Maduli, a corredo di questo articolo. Immagini inedite che ripercorrono la devastazione e la disperazione di quei momenti.
La bomba d’acqua
A seguito del nubifragio venne stimato un volume di pioggia superiore alla norma di circa dieci volte. Caddero su Vibo e frazioni costiere 200 millimetri d’acqua in meno di 5 ore, in pieno giorno. La bomba d’acqua riempì i torrenti per poi proseguire violentemente la discesa verso il mare. I corsi d’acqua erano insufficienti ad accogliere quella mole di fango e detriti: tracimando inghiottirono strade, piazze, abitazioni, auto. In una manciata di ore, si scatenò l’inferno per Longobardi, San Pietro, Bivona, Portosalvo, Vibo Marina e i loro abitanti.
Il processo
Giugno 2020. Un altro capitolo del nubifragio di Vibo e le località marine. Il Tribunale di Vibo Valentia sul processo per l’alluvione si esprime con 14 assoluzioni “perché il fatto non sussiste”. Il reato contestato agli imputati era quello di disastro colposo.
Alluvione Vibo, 17 anni dopo
Che cosa è cambiato l’alluvione del 2006? In questi anni sono state numerose le segnalazioni da parte dei residenti sulla necessità di garantire costante pulizia dei corsi d’acqua, troppo spesso soffocati da canneti e sterpaglie. Torrenti intasati da terra e rifiuti che, al più banale acquazzone straripano allagando le strade. Lungo le arterie stradali, invece, permangono canali di scolo intasati da spazzatura ed erbacce. «Danni evitabili con la prevenzione», hanno in più occasione scandito i cittadini che aspettano ancora la pioggia di fondi promessi per restituire dignità ai territori.
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I fondi
La scorsa estate, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo aveva condannato la scelta della maggioranza di centrodestra di stornare su altri capitoli di spesa i sette milioni di euro destinati a risarcire le imprese. Si trattava di risorse per le quali non si era riusciti a definire un concreto utilizzo. In realtà quella quota fondi messa a disposizione per il post alluvione, solo una parte era stata spesa. Così, ad oggi, risultano non completate le importanti opere idrauliche previste per l’adeguamento dei fossi.
L'intervento della Pro loco
Sull’argomento nelle scorse ore è intervenuta anche la Pro loco di Vibo Marina: «Chiediamo di sapere che fine abbiano fatto i fondi della Regione stanziati a suo tempo per questa finalità. Non abbiamo sinora avuto risposte soddisfacenti ed abbiamo chiesto un incontro con altri organi di controllo. Essendo comprensibilmente un problema vitale per le Comunità costiere – specificano i membri del sodalizio- ci rivolgiamo ancora alle amministrazioni locali e regionali, ai politici del territorio, ai tecnici del settore, affinché informino responsabilmente i cittadini circa il motivo del fermo dei lavoro e circa lo stato dei finanziamenti regionali disposti nel post-alluvione, fondi che si spera gli Enti non abbiano perso e che comunque abbiano responsabilmente recuperato».
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