Nulla hanno potuto fare per salvarle la vita gli esperti dell'associazione ambientalista Blue Conservancy Onlus: «Con l'incremento del traffico marittimo sono in costante e allarmante aumento i casi di animali marini che restano vittime di incidenti con i mezzi nautici»
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Un esemplare di tartaruga caretta caretta agonizzante e priva delle pinne posteriori è stata trovata tra gli scogli di Cannitello di Villa San Giovanni. A segnalare la presenza della tartaruga, femmina in età riproduttiva che è deceduta di lì a poco, è stato un giovane che ha provveduto a metterla in sicurezza e ha avvertito la Guardia costiera.
Nulla hanno potuto fare per salvarle la vita gli esperti dell'associazione ambientalista 'Blue Conservancy Onlus' che gestisce il Centro recupero tartarughe marine di Brancaleone (Reggio Calabria) e che ha reso nota la vicenda. Da quanto accertato successivamente, l'animale oltre a non avere più le pinne posteriori, era privo anche della parte caudale del corpo recisa dall'elica di un'imbarcazione come rilevabile dalla presenza di tracce di vernice blu nella sezione delle ossa, del carapace e del piastrone. Una condizione che non ne avrebbe comunque consentito la sopravvivenza.
«Sicuramente - hanno spiegato gli operatori della struttura di Brancaleone Tania Il Grande e Filippo Armonio - si tratta di uno dei casi più gravi in 17 anni di attività di soccorso e cura. Tra le maggiori minacce per le tartarughe marine del Mediterraneo del resto vi sono sicuramente la pesca e l'inquinamento ma negli ultimi anni, con l'incremento del traffico marittimo sono in costante e allarmante aumento i casi di animali marini che restano vittime di incidenti con i mezzi nautici. E non si tratta solo di tartarughe marine ma anche cetacei che hanno bisogno di raggiungere la superficie per poter respirare e, quindi, uno scafo che arriva ad elevata velocità li impatta in maniera devastante».
La tartaruga di Cannitello, a conclusione degli accertamenti svolti anche con il servizio veterinario Asp, è stata trasportata nell'Istituto Zooprofilattico di Reggio Calabria dove la carcassa verrà adesso esaminata a scopi scientifici.