L'animale era stato trovato nelle campagne di Santa Caterina Albanese, nel Cosentino, in condizioni disperate. Oggi ha una nuova famiglia
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Quando l’hanno recuperata i volontari della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, sezione di Cosenza, era una cagnolina senza nome, con gravi ustioni al collo e alle zampe e un occhio perduto, a causa della sostanza corrosiva che individui senza scrupoli le avevano gettato addosso. Oggi si chiama Giulia. Non solo è quasi del tutto guarita, ma ha trovato anche una nuova famiglia con cui trascorrere il resto della vita. Ieri sera alle 18, infatti, Giulia è arrivata a Linate, accompagnata dal tesoriere della LEIDAA Milano Riccardo Sculco, su un aereo in arrivo da Lamezia Terme. Ad attenderla la sua nuova “mamma”: Simona Partisani, insieme con il marito e le loro tre figlie.
«Quando abbiamo trovato Giulia – ricorda Gisella Grande, presidente della sezione LEIDAA di Cosenza – lo scorso 11 maggio nelle campagne di Santa Caterina Albanese, ci siamo trovati di fronte a un esserino in condizioni drammatiche, con il corpo completamente coperto da ustioni di terzo grado. Portata d’urgenza in una clinica del capoluogo, è passata attraverso a un lungo percorso di cure che l'ha portata a curare le proprie ferite e alle rimozione dell'occhio sinistro: oggi il suo pelo sta ricrescendo quasi normale e la sua salute sta migliorando giorno dopo giorno. Ma la cosa incredibile è la gioia di vivere che ti dimostra: nonostante il dolore che ha passato, è dolce, si fida dell'uomo ed è grata per qualsiasi piccolo gesto fai per lei. Sono tredici chili di pura bontà. Oltre a Simona e alla sua famiglia, che hanno fatto una fantastica adozione del cuore, voglio ringraziare la nostra LEIDAA nazionale che ci è stata vicina e ha sostenuto i costi delle cure di Giulia. In mezzo a tanta gioia resta l'amaro in bocca, perché, nonostante la mia denuncia contro ignoti e le indagini delle forze dell'ordine, non sono ancora stati individuati i responsabili».
Ad effettuare il preaffido è stata la presidente della sezione della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente di Milano, Daniela Lazzaroni. «Quando Simona si è messa in contatto con noi dopo aver letto l'annuncio di adozione del cuore di Gisella – dice – è stata per tutti una grande emozione. Sono stata molto felice di recarmi a casa loro e di conoscere la loro stupenda famiglia. Sono certa che Giulia si ambienterà prestissimo e vivrà benissimo».
Ieri Simona è riuscita a stento a trattenere le lacrime: «Quando sono venuta a conoscenza di Giulia grazie al link giratomi da un'amica ci siamo letteralmente innamorati e prenderla in braccio, ieri sera, è stata un'emozione incontenibile. Sono certo starà benissimo con noi, con le nostre figlie e con gli altri nostri due 'bimbi' pelosi, entrambi con un passato da randagi, uno adottato in Sardegna e l'altro nel Salento».
«Quella di Giulia – conclude l'onprevole Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente - è una delle tante storie di malvagità in cui la nostra associazione si imbatte quasi ogni giorno. Purtroppo, nonostante l'impegno dei volontari, che non lesinano il proprio tempo, le proprie energie e anzi dedicano l'intera vita alla difesa degli animali, non tutte le storie hanno lo stesso lieto fine. Ecco perché, in parlamento, conduco da anni una battaglia perché siano inasprite le pene per chi maltratta e uccide gli animali: chi si macchia di questi reati deve andare in galera, senza scappatoie. Inoltre, con LEIDAA, siamo impegnati in un'opera di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche sul tema del randagismo che – purtroppo – in Italia è ancora oggi endemico, con milioni fra cani e gatti costretti a vivere nelle strade delle nostre città, flagellati da fame e intemperie. Il randagismo è una vergogna che genera sempre nuovi e più gravi abusi: siamo determinati a combatterlo fino in fondo. Per fare veri progressi contro quest’orribile piaga occorre sensibilizzare i proprietari, “inchiodare” alle proprie responsabilità i soggetti indicati dalla legge 281, Comuni e Aziende sanitarie, e coinvolgere, in uno spirito di leale collaborazione, le associazioni e i volontari che generosamente si spendono per tutelare gli animali. Il randagismo è un problema di tutta la società e tutti devono farsene carico. Solo così c’è speranza che le cose cambino».