Tre sono a Guardavalle e uno a Riace. A darne notizia l'organizzazione Wwf “Vibo- Vallata dello Stilaro”
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Con i due nidi di tartaruga marina scoperti tra ieri e oggi, sale a quattro il numero dei siti di deposizione della Caretta caretta rinvenuti sulla costa ionica calabrese dagli attivisti della neonata Organizzazione Wwf “Vibo- Vallata dello Stilaro” diretta dall’avvocato Angelo Calzone.
Dopo il primo nido individuato nei giorni scorsi a Guardavalle, il secondo di Riace e gli ultimi due, sempre a Guardavalle, «diventano sempre più fruttuose ed entusiasmanti le ricerche degli oltre trenta giovani che - si legge in una nota del Wwf organizzati ottimamente dalla biologa Jasmine De Marco, ogni giorno, di buon mattino, percorrono a piedi chilometri e chilometri sulla riva del mare alla ricerca delle caratteristiche tracce lasciate nottetempo dalle femmine di tartaruga prima e dopo la deposizione di decine e decine di uova, grandi come palline da ping pong, seppellite a qualche decimetro sotto la sabbia. Trattandosi di una specie particolarmente protetta da norme statali e internazionali, le operazioni di controllo del nido possono essere svolte esclusivamente da personale appositamente autorizzato dal ministero dell’Ambiente secondo procedure collaudate».
«Nelle zone maggiormente frequentate dai bagnanti o, come purtroppo accade ancora troppo spesso, da fuoristrada, trattori o mezzi cingolati, il nido è stato recintato dagli attivisti del Panda al fine di evitare lo schiacciamento delle uova, fornendo contemporaneamente ai frequentatori e ai gestori dei lidi tutte le informazioni sulla necessità e sull’importanza di prendersi cura del nido fino alla data della schiusa delle uova. La notizia della deposizione ha già suscitato enorme interesse tra i residenti e i bagnanti, in particolare tra i più piccoli, che sognano già di poter assistere a quell’evento straordinario rappresentato dalla fuoriuscita dalla sabbia di decine e decine di piccole tartarughe che, mosse da un istinto primordiale, si dirigeranno zampettando freneticamente verso il mare. Un evento che si verificherà solo dopo un’incubazione che durerà in media circa due mesi».