Diversi esemplari di globicefalo, spinti dalla loro innata curiosità, si avvicinano senza timore all’imbarcazione. Nel corso della stessa uscita in mare salvata una tartaruga
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Evoluzioni in superficie, una nuotata in branco nelle acque calme e cristalline del mare vibonese. Acque che si confermano scrigno di biodiversità e habitat privilegiato di varie specie marine e dove non è raro fare incontri inaspettati ed emozionanti. Come quello con un gruppo di globicefali, incrociati da un’imbarcazione di diportisti al largo di Capo Vaticano e immortalati in un video che ha suscitato grande curiosità. A girarlo e metterlo in rete il noto pasticcere vibonese Domenico Cicciò che, in compagnia di amici, si è imbattuto in questo straordinario spettacolo.
I globicefali (Globicephala melas) - come insegna l’esperto Pino Paolillo, responsabile settore Conservazione del Wwf di Vibo Valentia - per la loro innata curiosità, sono portati ad emergere con la caratteristica “testa arrotondata” per guardare cosa c’è intorno (comportamento noto come “spyhopping”), andando spesso incontro alle imbarcazioni e suscitando, come in questo caso, entusiasmo e curiosità tra i diportisti. Tra i più gregari di tutto l’ordine dei Cetacei, i globicefali sono i protagonisti principali degli spettacolari e drammatici spiaggiamenti in massa delle cosiddette “Balene pilota”, delle coste australiane, neozelandesi, americane, ecc. Una confusione terminologica (i Globicefali, come i delfini o i capodogli, hanno i denti e non i fanoni, come le balene vere e proprie o le balenottere) che nasce dalla definizione inglese di “Pilot whale” assegnata a tutti i cetacei di una grossa taglia. I maschi infatti possono superare i sei metri di lunghezza e la specie, per via del colore e delle lunghe pinne appuntite e a forma di falce, è facilmente distinguibile dalle altre specie di Cetacei (12 su un’ottantina) che frequentano il Mediterraneo.
Nella sua uscita in mare, il gruppo di diportisti si è però imbattuto anche in un altro episodio, certamente meno gratificante. Una tartaruga caretta caretta, in evidente difficoltà, si è infatti parata davanti ai loro occhi a pelo d’acqua. Quindi la scoperta: l’animale procedeva a gran fatica perché impigliata in un pezzo di rete da pesca. «Fortunatamente - ha raccontato Ciccò - è stata intelligente, si è fatta aiutare restando immobile e, una volta svincolata dalla rete, è andata via in un attimo nuotando in totale libertà».