Oggi si celebra anche San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, considerato il primo protettore della fauna selvatica. Ma non tutti sono d'accordo con la sua visione, c'è chi promuove la venagione e chi come gli ambientalisti vorrebbe abolirla
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Il 4 ottobre si festeggia la Giornata mondiale degli animali, istituita nel lontano 1931 nella giorno in cui si celebra San Francesco d’Assisi. Il santo patrono d’Italia è considerato il primo animalista. San Francesco, infatti, predicava agli uccelli ed era in grado di convincere il lupo di Gubbio a lasciare in pace le persone. « Il santo si preoccupava di curare gli animali selvatici, ma in Italia oggi non tutti condividono i suoi metodi - si legge in una nota dell'Ansa - Gli animali selvaggi sono in aumento, grazie a minori tutele e all'abbandono delle campagne, che allarga il loro habitat. Aumentano dunque le interazioni con gli umani e le loro attività, soprattutto l'agricoltura e l'allevamento e crescono quindi danni e paure. A tutto questo, c'è chi vuole rispondere con le doppiette, abbattendo gli animali dannosi e pericolosi. E c'è invece chi vuole sistemi incruenti, che tengano lontana la fauna senza farle male».
I problemi sono tanti e diversificati, continua la nota: «Ci sono i cinghiali, che devastano le colture e oramai scorrazzano in città. Non sono aggressivi, ma per difendere i cuccioli possono attaccare. I caprioli e i cervidi sono adorabili, ma non per i campi e gli orti. I lupi negli ultimi anni si sono moltiplicati: non attaccano l'uomo, ma le greggi e il bestiame. In Trentino il ripopolamento degli orsi ha portato a qualche aggressione ad escursionisti e a danni a pollai e coltivazioni. Poi ci sono le nutrie che si moltiplicano lungo i corsi d'acqua (più brutte a vedersi che pericolose), i gabbiani che imperversano sui cassonetti della spazzatura, i piccioni e i pappagalli che ricoprono di guano i marciapiedi».
La nota aggiunge che «per risolvere i problemi, agricoltori e allevatori in genere propendono per gli abbattimenti. E molti enti locali danno loro ragione. Le province di Trento e Bolzano hanno approvato leggi per abbattere orsi e lupi ritenuti pericolosi (impugnate dal Ministero dell'ambiente). Le due Province e le Regioni Toscana, Veneto e Val d'Aosta, vorrebbero inserire nel "Piano lupo del ministero" la possibilità di abbattimenti selettivi. Dall'altra parte ci sono gli animalisti. Per loro la fauna selvatica non va toccata: la caccia va abolita, i campi vanno protetti coi recinti, le greggi coi cani pastori. E gli escursionisti devono imparare come ci si comporta con gli orsi».
Il contrasto finisce per diventare anche politico. I leghisti sono più sensibili alle ragioni di agricoltori e cacciatori, i pentastellati sono più vicini ad ambientalisti e animalisti. Il ministro dell'Ambiente, il grillino Sergio Costa, è contrario agli abbattimenti, mentre il suo collega alle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio, è fortemente sostenuto dalle associazioni venatorie.