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mercoledì 1 febbraio 2017 | 12:38
Cronaca

Reggio, schiaffi e insulti ai bambini di una scuola: sospesa maestra (VIDEO) - Notizie

L’insegnante è stata ripresa anche mentre trascinava, tirandolo per i capelli, un bambino da una parte all’altra dell’aula, il quale si era reso responsabile di aver abbracciato un amichetto per gioco

di Redazione

Sospesa per dodici mesi dall’esercizio del pubblico ufficio di docente. È questo il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di P.T.D. di anni 66, ritenuta responsabile del reato di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola di Reggio Calabria dove insegnava.

Le indagini - Preoccupati per il proprio figlio, il quale aveva più volte manifestato insofferenza a frequentare le lezioni, per paura di quanto lui e i suoi amichetti subivano da parte dell’insegnante, è stata la denuncia dei genitori di un bambino che frequentava una classe dell’Istituto Scolastico a far scattare le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria.

 

La Squadra Mobile, su disposizione della Procura della Repubblica, ha dato così il via alle indagini, attivando presidi tecnici per acquisire elementi di prova relativi ai gravi fatti denunciati. Le immagini riprese dalle telecamere nascoste all’interno dell’aula dove la donna insegnava, hanno immortalato i numerosi scappellotti e schiaffi dati ai piccoli discenti, “colpevoli” di aver sbagliato una divisione o aver fatto male i compiti scolastici.

Un fischietto suonato dalla maestra con il fine di stabilire l’ordine e la minaccia di "far saltare il cervello" se i bimbi non avessero seguito le sue direttive, nonché un bastone impugnato e sbattuto sulla cattedra per richiamare l’attenzione, erano i mezzi didattici utilizzati dall’insegnante. E quando questi non erano sufficienti a frenare la normale vivacità dei bambini, si passava alle vie di fatto: l’insegnante è stata ripresa mentre trascinava - tirandolo per i capelli - un bambino da una parte all’altra dell’aula, il quale si era reso responsabile di aver abbracciato un amichetto per gioco.

Gli elementi di prova raccolti durante le indagini, condotte con il massimo riserbo per tutelare i minori coinvolti, hanno determinato il gip ad accogliere la richiesta di misura cautelare formulata dal Pubblico Ministero a carico dell’indagata.