L’annuncio - Il calabrese Domenico Battaglia nominato cardinale da Papa Francesco: «Ma non chiamatemi eminenza, sarò sempre don Mimmo» - Notizie
L’arcivescovo di Napoli è originario di Satriano, nel Catanzarese. Le prime parole dopo la scelta del pontefice: «Sono grato che abbia guardato a un figlio del Sud»
di Redazione Attualità
Papa Francesco ha annunciato di aver incluso fra i nuovi cardinali che saranno nominati nel corso del prossimo Concistoro del 7 dicembre l'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia.Battaglia, 61 anni, è originario di Satriano, in provincia di Catanzaro. Ha svolto i suoi studi filosofici e teologici nel Pontificio seminario regionale "San Pio X" di Catanzaro. È stato rettore del seminario liceale di Catanzaro e, dal 1989 al 1992, componente della Commissione diocesana "Giustizia e Pace", e successivamente amministratore parrocchiale a Sant'Elia di Catanzaro, parroco della Madonna del Carmine, direttore dell'Ufficio diocesano per la "Cooperazione missionaria tra le Chiese" e, fino al 1999, parroco di Satriano.Si è sempre interessato dei più deboli e degli emarginati, al punto da fondare nel 1992 il "Centro calabrese di solidarietà", struttura che accoglie tossicodipendenti, persone vittime di disagio sociale e donne che hanno subito violenze. La sua nomina ad arcivescovo metropolita di Napoli, voluta dallo stesso Papa Francesco, risale al mese di dicembre del 2020.
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«Sono e resto don Mimmo»
«Non chiamatemi Eminenza come qualcuno già ha fatto, sono e resterò sempre don Mimmo». È uno dei primi commenti di mons. Domenico Battaglia, scelto dal Papa tra i nuovi cardinali.«La nomina con cui Papa Francesco mi ha inserito quest'oggi nel Collegio Cardinalizio mi ha colto di sorpresa – dice mons. Battaglia ai media vaticani – generando in me una duplice reazione. Da un lato sento il peso di questa responsabilità con cui il Papa mi invita ad allargare il cuore, per aiutarlo nel suo ministero e ospitarvi la sua premura per la Chiesa universale e per il mondo intero. Dall'altro avverto una sincera gratitudine verso Papa Francesco, non tanto per l'attenzione che rivolge alla mia persona ma perché nel chiamarmi a questo servizio ha guardato ad un figlio del Sud, vescovo di una Chiesa del Sud, di questo Sud che è al contempo terra di fatica e di speranza». «Per questo – aggiunge Battaglia – sento come mio dovere anche in questo nuovo incarico portare con me le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono nel nostro Meridione e in tutti i sud del mondo, sud esistenziali e non solo geografici».A sé stesso e a tutti ricorda che «diventare cardinale non è un privilegio ma una responsabilità, responsabilità che possiamo condividere nella misura in cui cammineremo insieme, sentendoci servi gli uni degli altri».