L’intervista - Medici cubani, Corcioni: «Lavorano grazie a un’autocertificazione. Nel 2024 sette chirurghi hanno lasciato l’ospedale di Cosenza» - Notizie
VIDEO | Il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Cosenza torna ad attaccare la Regione sulla scelta di "arruolare" camici bianchi dall'isola caraibica e punzecchia l'Unical sui grandi nomi che collaboreranno con l'ateneo: «Ma quali eccellenze, sono soltanto colleghi che hanno competenze diverse dalle nostre»
di Emilia Canonaco
«Mi è sembrato giusto dare una chance a chi mi ha seguito per tanti anni anche se, girando la provincia in questi mesi, molti mi hanno chiesto di rimanere al mio posto». Eugenio Corcioni, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Cosenza, ospite degli studi di Cosenza Channel, spiega così la decisione di non ricandidarsi alla carica di presidente dell'Ordine dei medici di Cosenza e di passare il "testimone" alla dottoressa Agata Mollica, nefrologa presso l'ospedale civile dell'Annunziata, che s'insedierà il prossimo primo gennaio.
Sono oltre cinquemila i camici bianchi iscritti all'ordine di Cosenza, ma una parte di questi camici bianchi presta servizio oltre i confini regionali. «Tantissimi colleghi lavorano per esempio al Gemelli di Roma, e tanti altri sono alle dipendenze di "ospedaletti" di provincia, piccoli e poco conosciuti. Questo dato - continua Eugenio Corcioni - mi riempie di grande sofferenza, perché significa che non riusciamo a trattenere i nostri giovani».
Medici cubani, Corcioni: «Lavorano nei nostri ospedali soltanto grazie a un'autocertificazione»
Era l'agosto del 2022 quando in Calabria arrivò il primo gruppo di medici cubani, arruolati dal presidente della Regione Roberto Occhiuto per sopperire alla penuria di camici bianchi nelle corsie degli ospedali calabresi. In quella occasione il dottor Eugenio Corcioni espresse forti perplessità, rispetto alle quali lo stesso Occhiuto reagì con nervosismo. A distanza di due anni, non ha cambiato idea. Anzi.
«È vero seguono un breve corso all'Unical, ma non hanno mai superato un esame di italiano che certifichi che siano in grado di scrivere una ricetta e, soprattutto, di fare un'anamnesi. Fatto ancora più grave se consideriamo che al Pronto soccorso di Cosenza lavorano ben 14 medici cubani a fronte di appena quattro camici bianchi italiani».
Ospedale di Cosenza, la grande fuga
«Nel 2024, sette chirurghi "strutturati" hanno lasciato l'ospedale di Cosenza per andare a lavorare a Paola e Rossano, oppure negli ambulatori come specialisti. Se questi colleghi decidono di fare altrove quello che avrebbero potuto fare all'Annunziata, beh significa che qualcosa non va. Per non parlare della "moria" di primari che si è registrata negli ultimi mesi presso il Pronto soccorso dello stesso presidio ospedaliero». Ad onor del vero, grazie alla sinergia tra Università della Calabria e Azienda ospedaliera, l'Annunziata può contare su eccellenze quali Franca Melfi e Ciro Indolfi. Corcioni è tranchant: «Non parli di eccellenze, sono soltanto persone che hanno competenze diverse dalle nostre. Sono convinto che alla loro età ormai si raccolga e non si semini. I titoli sono importanti, ma questi colleghi li voglio vedere sul campo».
Corcioni: «Giusto immaginare il nuovo ospedale vicino all'Unical»
Sulla collocazione del "nuovo ospedale di Cosenza" il presidente dell'Ordine dei medici di Cosenza Eugenio Corcioni ha le idee chiare: «Ho sempre detto che andava realizzato a nord della città. Ci sono i giovani medici che fanno ricerca all'Unical, c'è la linea ferroviaria jonica e i finanziamenti dovranno prevedere anche la nascita dei nuovi svincoli autostradali».