Il provvedimento - ’Ndrangheta, sequestrati beni per 180mila euro a un imprenditore legato al clan Arena di Isola Capo Rizzuto - Notizie
VIDEO | Antonio Poerio è stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell'ambito del processo "Jonny" che vedeva al centro gli affari delle cosche crotonesi nell'accoglienza dei migranti e nel gioco on line
di Redazione Cronaca
I militari del Servizio centrale Ico e del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Comando provinciale di Crotone, stanno dando esecuzione al decreto emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della Procura di Catanzaro - Direzione distrettuale antimafia, con cui è stato disposto il sequestro delle quote di partecipazione relative a 2 società e del patrimonio aziendale di una di esse, di una impresa individuale con relativo patrimonio aziendale (costituito da una motonave) nonché di una polizza vita, per un valore complessivo di oltre 180mila euro, riconducibili ad Antonio Poerio, 43 anni, ritenuto intraneo al gruppo mafioso Arena, e che rientrerebbe nella categoria dei soggetti connotati da «pericolosità qualificata», come previsto dal decreto legislativo n. 159/2011, in quanto indiziato di appartenere all’associazione mafiosa.
Ciò in considerazione del suo coinvolgimento nel procedimento penale convenzionalmente denominato “Jonny”, che ha riguardato l’organizzazione operante ad Isola Capo Rizzuto nel periodo compreso tra il 2002 e il 2019, nel quale è stato condannato, in via definitiva, per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa.
L’operazione di polizia aveva ricostruito come le cosche crotonesi, in passato in conflitto tra loro, fossero addivenute a una «pax mafiosa» per spartirsi le ingenti somme di denaro pubblico destinato all’accoglienza dei migranti attraverso le forniture, documentate anche con fatturazioni di comodo, al Centro di accoglienza “Sant’Anna” di Isola. Dalle indagini compiute, peraltro, era emerso che il sodalizio aveva acquisito e mantenuto una «posizione dominante» nel settore della raccolta delle scommesse on-line, esercitata con modalità totalmente illecite, nonché del noleggio degli apparecchi per il gioco on-line.