Spiati e spioni - La fabbrica dei dossier: manager calabrese di Heineken voleva spiare i dipendenti dell’azienda per paura della concorrenza - Notizie
Le indagini su una dirigente del gruppo olandese originaria di Catanzaro. Le richieste al super poliziotto Gallo per intercettare i dipendenti “infedeli”: «Cercava i dati per scoprire le mosse del competitor». Una ventina i calabresi vittime dell’attività di Equalize
di Pablo Petrasso
Tra i colossi che spiavano i propri dipendenti ci sarebbe anche Heineken. La società non è indagata; lo è invece la sua manager Teresa Ferro, 46 anni, originaria di Catanzaro. È lei, procuratrice speciale della società, «il contatto di riferimento» per il gruppo degli hacker di via Pattari 6. Il contesto è quello dei dossieraggi che scuotono da giorni il Paese dopo la scoperta della centrale milanese – guidata dall’ex super poliziotto antindrangheta Carmine Gallo – che ha raccolto per anni dati sensibili di politici, vip e comuni cittadini finiti nel mirino di aziende e gruppi di pressione.
È Teramind il trojan utilizzato per “bucare” le comunicazioni degli obiettivi, tutti contrattualizzati da Heineken spa e dalla sua controllata Partesa srl (anch'essa estranea alle indagini): in tutto otto persone finite nel mirino di Gallo&Co.
Il dossieraggio di Equalize per Heineken
Ferro, ricordano gli investigatori nella richiesta di misure cautelari, è stata già dirigente e procuratore speciale di Barilla, altra società che avrebbe avuto in passato rapporti con Equalize, società finita nel mirino della Procura di Milano per la raccolta abusiva dei dati. I pm sottolineano che «il rapporto tra il gruppo di via Pattari 6 ed Heineken spa è risalente nel tempo, come dimostrato numerose attività di dossieraggio svolte dal gruppo per la società olandese». Negli atti sono riportate due fatture «per un totale di 30mila euro per operazioni di dossieraggio fino a maggio 2023»; nel foglio di lavoro di Equalize compaiono però «attività svolte già a gennaio 2023».
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Gallo, in effetti, riceve proprio nel gennaio 2023 la telefonata di Sara Vaccarelli, manager di Heineken che vorrebbe prendere accordi per avviare il monitoraggio di alcuni dipendenti: vorrebbe evitare di fatturare a nome di Partesa perché il lavoratore di cui chiede il monitoraggio lavora proprio per Partesa e non vorrebbe gestire la spesa direttamente per quella società proprio per non alimentare sospetti. La vittima del trojan è un uomo originario di Cosenza, R. C, agente di commercio e proprietario di una società di catering. Gallo promette al committente due report separati. Vaccarelli chiede di fare in fretta per «permettere a Teresa Ferro d’intraprendere azioni davanti al giudice del lavoro nei confronti» del dipendente.
Una ventina i calabresi spiati da Equalize
R. C. è soltanto uno dei calabresi che spiati: in tutto sono una ventina. Ci sono commercialisti, avvocati, consulenti finanziari, ingegneri, lavoratori in società paranoiche. Nessun politico, almeno da quanto emerso finora, né vip: persone comuni. Soltanto uno spicca perché nel recente passato se ne sono occupate le cronache giudiziarie: è Maurizio Rullo, 57enne di Locri finito nel 2023 al centro dell’inchiesta Black Steel: una storia in cui il traffico di rifiuti si mescolava al riciclaggio di grosse quantità di denaro prelevate in contanti da due banche a Monaco di Baviera.
Nel caso del dipendente-imprenditore cosentino e della sua famiglia (che vive in provincia di Bologna), la manager di Heineken ottiene un report dello Sdi con dati anagrafici e dichiarazioni dei redditi.
Lo spionaggio di Heineken dopo le dimissioni di massa
La calabrese Ferro si confronta per la prima volta con Gallo il 19 dicembre 2023 sulla «necessità di effettuare un’indagine invasiva (intercettazioni) su alcuni dipendenti».
«Allora – spiega – ti ricordi che ti avevo chiesto se avevi qualcuno che faceva investigazioni personali?», chiede all’ex super poliziotto. Il suo «problema» riguarda «alcuni dipendenti “infedeli”». La sua attenzione è per «un agente che si è dimesso qualche settimana fa, un agente con il quale stavamo cercando di trovare un accordo perché in realtà gli mancava poco alla pensione». Ferro spiega che da quelle dimissioni ne sarebbe arrivate altre «a catena» e pensa che «dietro a queste dimissioni di massa ci possa essere un accordo illecito tra gli ex dipendenti e una concorrente di Heineken». Gli inquirenti scrivono che «le attività disposte da Ferro sono state il pedinamento del dipendente dimissionario». Attività che «ha portato a sospettare che l’azienda competitor di Heineken abbia intenzione di aggredire la fetta di mercato di quest’ultima società sfruttando i fuoriusciti dall’azienda olandese».
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La manager vorrebbe «mappare la rete dei contatti del dipendente dimissionario e comprendere le mosse del competitor anche acquisendo i dati presenti sul computer dei dipendenti fingendone l’acquisizione per un’attività di manutenzione». Si tratta, dice, di almeno 20 persone da controllare: non tutte, però, sono dipendenti dell’azienda e «anche queste andrebbero seguite». Gallo non si tira indietro e rassicura Ferro: chiarisce che il know-how di Equalize è elevatissimo «anche per via dei clienti di altissimo livello seguiti».
Il super poliziotto Gallo: «Questo lavoro lo abbiamo fatto anche per Erg»
«L’abbiamo fatto per Erg questo lavoro qua – dice – non abbiamo avuto necessità di fare alcun pedinamento, li abbiamo ugualmente incastrati con la messaggistica dei computer (…) Poi ovviamente abbiamo fatto tutti gli accertamenti e tutte le verifiche di carattere forense, abbiamo presentato il caso già pronto per essere portato in Tribunale quindi non è un problema».
Il tentativo è ben avviato ma non si concretizza: l’esca usata per attirare i dipendenti e spiarne le mosse attiva le difese tecnologiche di Heineken: il software-spia viene rilevato dai sistemi di vigilanza informatici del gruppo. Ma l'operazione continua, e nei giorni successivi altri cinque telefoni vengono messi sotto controllo.
Fatti, quelli ipotizzati dai pm di Milano, che sembrano molto lontani dalle dichiarazioni che Teresa Ferro ha affidato alla stampa nello scorso luglio per raccontare le politiche di Heineken nei confronti dei propri dipendenti: «Sono molto orgogliosa del fatto che in Heineken abbiamo iniziato un percorso molto importante sullo sviluppo del benessere psicologico, fisico e mentale delle nostre persone attraverso una serie di iniziative». La responsabile delle risorse umane parlava delle possibilità offerte ai lavoratori del gruppo: smart working per tre giorni a settimana, iniziative per il benessere genitoriale. Grande enfasi sui diritti. Nel pacchetto che, secondo i pm, sarebbe stato concordato con Equalize quei diritti sarebbero stati sostituiti dalle intercettazioni abusive. Agli approfondimenti investigativi toccherà il compito di chiarire contesto ed eventuali responsabilità.