Classe 1998, Angela Scola è la più giovane fra i nostri intervistati. Studia criminalità e investigazione nella Capitale e vorrebbe tornare in Calabria: «È brutto perdersi i momenti più importanti»
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Un decennio di emorragie giovanili. In Calabria se ne sono andati 162mila ragazzi negli ultimi vent'anni. Andati via per non tornare più, se non durante le feste comandate. Sono i millennials, la generazione emigrata. In queste cinque interviste, daremo voce ad alcuni di loro rientrati per le feste.
La storia di Agnese Scola, studentessa fuori sede
Non solo lavoratori e lavoratrici, ma anche studenti e studentesse devono emigrare per concludere il ciclo di studi. Fra di loro Agnese Scola, la protagonista di questa storia. «Studio criminalità, sicurezza e investigazione internazionale all'Università Internazionale di Roma». Una specialistica che a Cosenza non esiste, dunque una scelta obbligata.
«Da un lato molto fortunata e molto privilegiata perché non tutti hanno la possibilità di inseguire i propri obiettivi. Io non vengo sicuramente da una famiglia agiata, però i miei genitori possono permettersi di fare dei sacrifici per riuscire a mantenermi e darmi una mano qui a Roma». Ma questo non cambia la difficoltà della vita da fuori sede. Una difficoltà soprattutto emotiva.
«Senti di perdere tutti i momenti importanti»
«È difficile – spiega Agnese Scola – perché quando torni giù c'è sempre una sorta di senso di colpa per essertene andato. Trovi i tuoi genitori che sono un po' più stanchi, trovi l'amico che magari ha cambiato lavoro, si è sposato, ha avuto dei figli, e senti di aver perso un po' questi momenti importanti».
Momenti in cui magari si era presenti soltanto in videochiamata. E poi ci sono i viaggi di ritorno, con costi sempre più esosi. «Io ho prenotato un treno il prima possibile, appena ho saputo quando potevo effettivamente scendere. I costi però sono per alcuni insostenibili, quindi poi si cercano delle alternative fra il car sharing e i viaggi notturni».
Agnese Scola: «A chi governa la Regione e la città dico...»
Agnese Scola è la più giovane dei rappresentanti millennials che abbiamo intervistato, quasi al confine con la Gen Z. Tanti suoi coetanei e più giovani vorrebbero avere voce in capitolo sulle decisioni della politica. E se potessero chiedere qualcosa ai governanti? Abbiamo chiesto ad Agnese Scola cosa chiederebbe. «Ascoltare la voce dei giovani e di ascoltarla però cercando di mettersi nei panni di chi se ne va. I nostri non sono dei capricci. Le ragioni che ci spingono ad andare fuori sono più profonde». E allora? «Vorrei chiedere loro di rendere la Calabria una terra in cui noi fuori sede riusciamo a trovare ciò che andiamo a cercare fuori». Un regalo di Natale. E a proposito di Natale.
«Un Natale lontano da Cosenza? Non riesco a immaginarlo»
E tornare a casa per lavorare? Agnese Scola, in merito, è razionale. «Sicuramente non escludo un ritorno, però bisogna anche guardare un po' la realtà dei fatti. In una città come Roma le possibilità sono immense, infinite, non sono sicuramente le stesse che sono giù in Calabria». E un Natale lontano da Cosenza? «Non riesco a immaginarlo. Per me Natale è molto legato alle piccole cose, che non sono mai piccole, non sono mai cose e la maggior parte di queste queste sono in Calabria». Buon Natale a Cosenza, Agnese. Sperando che anche il prossimo sia sotto il Castello Svevo.