L’accordo - Reggio Calabria, firmato il protocollo per favorire l’inserimento socio-lavorativo dei detenuti. Vaccaro: «Educare è meglio che punire» - Notizie
Imponente sinergia istituzionale coordinata dal prefetto. Previsti percorsi di formazione professionale e di orientamento al lavoro grazie a Cpi, Arpal e Ance. Calabrese: «Vogliamo dare una speranza e un futuro a chi ha avuto problemi con la giustizia»
di Claudio Labate
Un protocollo di intesa per favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone soggette a restrizioni della libertà personale nel territorio della città metropolitana di Reggio Calabria, simbolo di attenzione e civiltà rieducativa, frutto di un enorme sinergia istituzionale tra tanti soggetti che ognuno per la propria parte porterà il proprio mattoncino per la realizzazione degli obiettivi che si prefissa il documento.
Oggi pomeriggio nel Salone degli Stemmi del Palazzo del Governo sono state diverse le firme apposte in calce al Protocollo che prevede quindi il coinvolgimento, oltre della Prefettura, dell’Assessorato Regionale politiche per il lavoro, del Tribunale di Sorveglianza, delle Direzioni degli Istituti penitenziari di Reggio Calabria, delle Case Circondariali di Palmi e Locri, dell’Istituto a Custodia Attenuata di Laureana di Borrello, dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna, di Confindustria, dell’Ance, del Fai, dei Garanti, regionale e comunale, dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, dell’Arpal - Azienda Calabria lavoro, del Centro per l’impiego di Reggio Calabria, dell’Ente Scuola Edile Formazione e Sicurezza cittadino.
Obiettivo del Protocollo è quello di assicurare alle persone soggette a restrizioni della libertà personale una formazione specifica che consenta di operare nei cantieri edili, favorendone il reinserimento sociale attraverso l’avviamento professionale - in particolare - nel settore edilizio.
«Come avete visto - ha detto il prefetto Clara Vaccaro – il protocollo è stato firmato da un numero considerevole di istituzioni, tutte intorno all'idea che educare è meglio che punire e quindi il protocollo tende una mano a coloro che avendo scontato la loro pena o essendo in procinto di terminare la pena in carcere, possono trovare al di fuori non soltanto una speranza ma una certezza».
Quindi, ha proseguito il Prefetto, si apriranno dei percorsi di formazione con tirocini, ma il tutto è abbinato anche ad un incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso l’Ance quindi il settore dell'edilizia che è quello che in questo momento nella regione sta chiedendo molta manodopera. «Quindi – ancora Vaccaro - cerchiamo di formare quelle persone che saranno in grado di volerlo fare, e avranno la volontà di sostenere un corso di formazione di tirocinio, per poi farli incrociare con le offerte di lavoro nelle varie aziende che operano nel settore dell'edilizia.
Il direttore degli Istituti Penitenziari (San Pietro e Arghillà) "G. Panzera" di Reggio Calabria, Rosario Tortorella, ha ringraziato per l’attenzione il prefetto evidenziando il fatto che si vada al di fuori delle carceri per proporre all'interno del carcere dei percorsi che siano di formazione e ricordando che saranno proprio le Direzioni degli Istituti penitenziari e l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna, dunque, individueranno le persone potenzialmente interessate e ritenute idonee, che saranno autorizzate dalla Magistratura di Sorveglianza a partecipare ai corsi di formazione professionale e di addestramento svolti dall’Ente Scuola Edile Formazione e Sicurezza, ed ai tirocini formativi e di orientamento organizzati dal Centro per l’impiego e da Arpal.
Particolarmente soddisfatto anche l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese: «Vogliamo cercare di dare con questo protocollo e con l’impegno che stiamo assumendo in Prefettura, una speranza e un futuro a chi ha avuto problemi con la giustizia e oggi è in una situazione di misura alternativa alla detenzione, per avere la possibilità, attraverso il Centro per l'impiego, attraverso l'Arpal e attraverso i vari rappresentanti presenti oggi al tavolo insieme al Prefetto di Reggio Calabria, di essere formati e avere uno sbocco lavorativo. Un’attenzione che rivolgiamo in generale a tutti i calabresi attraverso il dipartimento lavoro e il mio assessorato con tantissime risorse che abbiamo messo a disposizione attraverso il piano per il lavoro, e in particolar modo oggi lo facciamo appunto nei confronti di chi ha avuto una posizione particolare di evidente disagio».
A favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, e l’effettivo inserimento lavorativo, contribuirà inoltre l’impegno di Confindustria, Ance, Fai ed Ordine dei Consulenti del lavoro. Michele Laganà, presidente di Ance Reggio Calabria, parla di una giornata proficua: «Abbiamo finalmente messo a terra un protocollo che tenderà a unire domanda e offerta, rivolgendo la propria attenzione al mondo del lavoro rispetto a profili diciamo di fragilità. Nel caso di specie c'è la disponibilità del comparto di costruttori di Confindustria ad assorbire forza lavoro che vengono da un processo diciamo di rilancio, di riqualificazione di manodopera potenzialmente attinta da un'esperienza carceraria. Quindi agitiamo la nostra responsabilità sociale, ci mettiamo a disposizione di uno strumento che può dare delle risposte al comparto dei costruttori, ma soprattutto può dare una risposta alla comunità in senso allargato».
L’intesa mira quindi ad offrire una efficace occasione di riscatto a coloro i quali hanno portato avanti con successo il percorso di rieducazione, ed a costruire un positivo modello di sana reintegrazione nel tessuto della società civile.
«I soggetti coinvolti sono tanti perché ciascuno ha un compito ben specifico in questo protocollo – ha infine chiarito il prefetto Vaccaro -. Noi abbiamo fatto un coordinamento, una cabina di regia, seguiremo l'andamento di questo protocollo anche per verificarne, essendo una sperimentazione importante ed innovativa, eventualmente degli aggiustamenti da fare. Lo riteniamo veramente un percorso virtuoso che ha richiesto una gestazione di diversi mesi proprio per la complessità, ma alla fine è stata una soddisfazione enorme vederci tutti oggi intorno al tavolo a firmare questo documento».