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sabato 26 ottobre 2024 | 12:36
Note stampa

Freno all’emergenza - Riparte in Calabria la caccia al cinghiale: obiettivo controllarne la diffusione e tutelare le produzioni agricole - Notizie

La deroga richiesta dalla Regione è stata autorizzata dal commissario straordinario alla peste suina africana, Giovanni Filippini

di Redazione Cronaca

«Arriva la deroga che consentirà l’attività venatoria sul territorio calabrese, ai fini della sorveglianza della razza suina selvatica, allentando così i vincoli imposti dalla diffusione della peste suina africana». È quanto fa sapere in una nota la Giunta regionale della Calabria. Il parere autorizzatorio è stato firmato dal commissario straordinario alla Peste suina africana, Giovanni Filippini, in accoglimento dell’istanza presentata il 16 ottobre scorso dalla Regione Calabria, in seguito al lavoro svolto congiuntamente dai dipartimenti Salute e Agricoltura e ad esito del confronto svoltosi nei giorni scorsi a Roma, tra lo stesso commissario ed il direttore generale del dipartimento Salute, Tommaso Calabrò.

In particolare, sarà possibile far ripartire l’attività venatoria in zona di restrizione I (aree ad alto rischio senza casi né focolai ma confinanti con zone dove la peste suina è già diffusa, ndr), così da consentire il prolungamento delle attività di controllo della popolazione dei cinghiali, come già avvenuto nelle settimane scorse con l’analoga decisione che aveva consentito di eliminare la zona di restrizione III (dove sono presenti casi o focolai anche nei suini domestici, ndr) per la provincia di Reggio Calabria.

«Si tratta di un provvedimento – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – che fa della Calabria un’eccezione positiva in tutto il Meridione, dove invece le restrizioni continuano a permanere. Il lavoro ricognitivo del settore Veterinario del dipartimento Salute, attraverso i tecnici veterinari e gli esperti dello staff, affiancati dalle Asp e di concerto con dipartimento Agricoltura, guidato da Giuseppe Iiritano, ha dato il risultato sperato. Altrettanto essenziale è stato il contributo delle associazioni venatorie, per il raggiungimento di un obiettivo essenziale sotto diversi profili».

Nello specifico, sarà ora nuovamente possibile condurre attività venatoria al cinghiale in braccata, in selezione e controllo anche nelle zone soggette a restrizione I, con positivi ricadute in ordine al controllo della diffusione della fauna selvatica, a tutela delle produzioni agricole, fermo restando il prosieguo della campagna di monitoraggio e sorveglianza in ordine all’evoluzione della situazione epidemiologica.