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mercoledì 23 ottobre 2024 | 06:36
Attualità

Il ricordo - A Locri l’agguato mortale (e impunito) a Peppe Tizian il 23 ottobre 1989, il figlio Giovanni: «Vive nelle storie che racconto ai miei bambini» - Notizie

Il funzionario bancario di Bovalino fu freddato una sera dell'autunno di 35 anni fa. Aveva una grande passione per la navigazione: «Il suo ricordo nelle avventure in barca a vela che narro a Giuseppe e alla sua sorellina e nel mare di Calabria di cui non possiamo fare a meno»

di Anna Foti

(Giuseppe Tizian con il figlioletto Giovanni - foto da Vivi, sito Libera Memoria) - «Una persona comune che ha semplicemente lavorato per dare un futuro ai suoi figli e nel farlo onestà e integrità, unico modo per lui possibile e naturale, si è evidentemente ritrovato a opporsi a logiche criminali e contrarie ai suoi principi. Non ha ceduto a ricatti e intimidazioni e la sua resta una vita che incarna valori essenziali che non mi stanco di testimoniare per i miei figli e per tutti coloro, non solo giovani, che non dimenticano. Ecco chi era mio padre, Peppe Tizian».

Giovanni lo ricorda così, senza fronzoli e orpelli. Quando si perde il papà mentre si è ancora un bambino, quando solo da adulto si comprende cosa sia accaduto, scegliendo poi di studiare per continuare a capire e a cercare, resta sempre forte l'urgenza di raccontare con semplicità e verità una storia a lungo dimenticata. Rimane ferma la volontà di richiamare del padre quelle qualità di integrità e incorruttibilità che in una realtà sana e libera dalla 'ndrangheta griderebbero normalità. Qualità divenute segno di un coraggio scomodo e pericoloso.

Giovanni è oggi un giornalista di inchiesta che vive e opera a Roma. Suo padre, Peppe Tizian, funzionario bancario, fu ucciso in un agguato a Locri, nel reggino, il 23 ottobre 1989 da persone ancora oggi ignote. Pagò, come fosse una colpa, il fatto di essere un uomo perbene e un lavoratore serio. Poco dopo la tragedia, con la mamma Mara, la sorella Francesca, lasciò la Calabria per ricominciare in Emilia Romagna.

Sempre vivo nel ricordo

«Mio padre non c'è più. È difficile affermare che possa avere vinto. Se, tuttavia, il suo ricordo resterà vivo, continuando ad essere custodito e tramandato come un'ispirazione, un esempio di valori di resistenza civile, certamente non sarà stato sconfitto». Giovanni lo ricorda con grande tenerezza perché oggi Peppe Tizian sarebbe stato nonno. Un'assenza alla quale Giovanni non si è arreso. Una mancanza alla quale non si rassegna. Per questo del padre parla costantemente ai suoi bambini. I ricordi non sono molti perché i sette anni che Giovanni aveva erano davvero pochi. Così viene in soccorso l'immaginazione alimentata dalla storia di un papà con mille passioni.

A Bovalino e in Calabria le nostre radici

«Ero solo un bambino quando mio padre è stato ucciso. Oggi con orgoglio ed emozione tengo a dire che lui vive per me nei racconti che stanno accompagnando la crescita dei miei figli, Giuseppe e la sorellina. Giuseppe del nonno porta il nome ma conosce anche il mare Ionio davanti al quale io e mia sorella siamo nati e cresciuti, dove ogni estate con mia moglie Laura e la sorellina torna sempre.

Quella casa sul mare a Bovalino è per la nostra famiglia una parte di cuore e di radici ancora pulsante che voglio che loro conoscano e riconoscano come tale. I loro affetti sono solo in Emilia dove c'è mia madre e in Sicilia dai miei suoceri. Ma sono anche in Calabria dove "resta" nonno Giuseppe e dove c'è il mare che loro adorano perché è per loro quello in cui "non si tocca" e dove possono nuotare. Tengo molto - sottolinea Giovanni Tizian - al fatto che non perdano questo tassello della loro identità. Il mio legame con la Calabria e con Bovalino è, dunque, viscerale. Quei luoghi e quei profumi ci mancano se manchiamo un anno».

Le storie e nelle avventure che avrebbe vissuto

«Mio figlio Giuseppe e la sorellina conoscono il nonno anche attraverso le tante avventure che mi piace raccontare. Affidandoci all'immaginazione e alla suggestione, inventiamo storie, pensando alle grandi passioni che aveva mio papà. Era un velista piuttosto spericolato e un appassionato di immersioni. Così, condendoli con un pò di fantasia, metto insieme quei pochi ricordi che ho e li consegno ai suoi nipoti. In quelle storie, in quelle avventure che forse avrebbe vissuto ancora, viaggiamo e lo ritroviamo, sempre. È il nostro modo di tenerlo in vita nella nostra di vita e per me - racconta Giovanni Tizian - il modo migliore, intenso e irrinunciabile di alimentare, condividere e così custodire il suo prezioso ricordo».

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