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martedì 15 ottobre 2024 | 06:15
Cronaca

La protesta - Taglio delle guardie mediche, sindaci sul piede di guerra: «Ancora nessun incontro con la Regione, pronti ad azioni eclatanti» - Notizie

VIDEO | Sono trascorse più di due settimane dalla richiesta di incontro formalizzata da una trentina di primi cittadini del catanzarese per chiedere la revisione dell'accordo che prevede la riorganizzazione delle postazioni di continuità assistenziale 

di Luana  Costa

Non c'è alcuna intenzione di arretrare, anzi. Il disimpegno dimostrato dal dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria ha finora prodotto come unico risultato quello di far lievitare il disappunto dei sindaci della provincia di Catanzaro, già sul piede di guerra a seguito della ratifica dell'accordo integrativo regionale che prevede un corposo taglio delle postazioni di continuità assistenziale sul territorio.

Il 25 settembre scorso la riunione a Palazzo di vetro a cui hanno partecipato una trentina di primi cittadini per definire una strategia univoca allo scopo di indurre la Regione ad un ripensamento sulla riorganizzazione territoriale che, secondo quanto emerso al termine del confronto, penalizzerebbe ulteriormente le aree interne già costrette a fare i conti con servizi sanitari nel tutto insufficienti alle necessità di cura delle popolazioni poste a distanza dai principali centri ospedalieri.

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Più di due settimane sono, infatti, trascorse dalla richiesta di incontro trasmessa dai sindaci al dipartimento Salute e Welfare allo scopo di trovare una mediazione tra le due istanze che al momento, tuttavia, sembrano inconciliabili. I primi cittadini hanno chiesto il ritiro della proposta di riorganizzazione territoriale rilanciando anche sull'ipotesi di una ulteriore implementazione delle postazioni nelle aree particolarmente fragili.

Per ora nessuna risposta dalla Cittadella alla richiesta d'incontro. I sindaci si sono dichiarati pronti ad azioni anche eclatanti per difendere i territori dai previsti tagli. Secondo quanto riferito dal dipartimento Salute, l'accordo collettivo nazionale prevede un medico ogni cinquemila abitanti, in Calabria pertanto le postazioni di continuità assistenziale non potranno essere più di un centinaio.

La Regione ha, inoltre, rassicurato sul fatto che nuovi servizi verranno implementati per rispondere alla riduzione delle ex guardie mediche. Assicurazioni che però non hanno affatto tranquillizzato dal momento che i nuovi servizi da implementare (Aft e Cot) non sarebbero attivi anche durante le ore notturne.