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sabato 12 ottobre 2024 | 07:41
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Med9 - Attacchi alle basi Unifil in Libano, Meloni trova sostegno in Macron e Sanchez: «Israele si fermi» - Notizie

Dichiarazione congiunta dei leader di Italia, Francia e Spagna nell'ambito del summit che ha riunito a Cipro i 9 Paesi europei del Mediterraneo. Le tensioni in Medio Oriente al centro delle discussioni

di Redazione Cronaca

I leader dei Paesi europei del Mediterraneo a Cipro

Le tensioni in Medio Oriente e la recente offensiva delle forze israeliane contro le basi Unifil in Libano non potevano che essere al centro del summit Med9, il vertice dei 9 Paesi europei del Mediterraneo che si è tenuto nelle scorse ore a Cipro. 

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni trova una sponda nel capo dell'Eliseo Emmanuel Macron e nel primo ministro spagnolo Pedro Sanchez quando si tratta di condannare i ripetuti attacchi di Israele alle basi italiane Unifil. In quanto partners della missione istituita nel 1978 dalle Nazioni Unite dopo la prima invasione di Israele in Libano, i leader di Italia, Francia e Spagna - nell'ambito dei lavori del Med9 - firmano una dichiarazione comune per ribadire la loro «indignazione» dopo il ferimento di alcuni militari Unifil a Naqoura: «Questi attacchi costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701» e «devono cessare immediatamente» intimano i tre Paesi, invitando Israele a impegnarsi per la sicurezza delle missioni Onu.

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«Come Italia non posso non tornare a condannare quello che è accaduto. Non è accettabile», ha detto poi Meloni nelle dichiarazioni finali al termine del summit. La premier definisce «preziosa» l'opera prestata dai militari italiani nella missione Onu e in quella bilaterale Mibil, ribadendo l'impegno del suo governo a monitorare la situazione in Libano. È necessario, secondo Meloni, «arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e al rilascio degli ostaggi israeliani» che si trovano ancora nelle mani di Hamas.

Netta la posizione del presidente francese Macron il quale rinnova il suo appello a «interrompere l'esportazione di armi utilizzate» in scenari di guerra come Gaza e Libano: «È l'unica leva che potrà mettere fine a tutto ciò. Stabilità e pace si ottengono solo attraverso soluzioni diplomatiche» scandisce il leader di Parigi, preoccupato per il rischio che le tensioni in Medio Oriente possano contaminare l'intera Regione ed estendersi a macchia d'olio anche oltre. Sulla stessa lunghezza d'onda il premier spagnolo Sanchez per quanto riguarda lo stop all'invio di armi a Israele: «Noi - spiega - lo facciamo già da tempo. La motivazione è semplice: senza armi non c'è guerra». Poi l'invito a «rivedere l'accordo tra Ue e Israele. Chiedo alla Commissione europea di dare una prova di coerenza».

Al termine del summit, è il presidente cipriota Nikos Christodoulidis a illustrare i contenuti della dichiarazione conclusiva, dove i 9 Paesi del Mediterraneo chiedono un «immediato cessate il fuoco» lungo la Blue Line che separa Israele dal Libano e in merito al conflitto russo-ucraino confermano il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario. Nel capitolo relativo ai migranti i leader auspicano una attuazione «efficace e tempestiva» del Patto su asilo e migrazione, con focus sulla dimensione esterna. A conclusione del Med9 il passaggio di consegne tra Cipro e Slovenia, che ospiterà il prossimo summit mediterraneo nel 2025.