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giovedì 10 ottobre 2024 | 17:04
Attualità

Retroscena - Sangiuliano-Boccia e il caso dell’account “spia” creato per diffondere gossip sull’ex ministro - Notizie

Si tratta della pagina Instagram “Politica&Amori” che ha dato il via allo scandalo che ha travolto l'ex titolare del dicastero Cultura. Eppure La City aveva già sollevato le strane coincidenze che collegano un esperto di disinformazione all'ex marito dell'imprenditrice 

di Luca Arnaù

A sinistra, Maria Grazia Boccia e l’ex marito durante una trasmissione di Rete 4. A destra, Marco Mignogna nel 2017 secondo il News York Times

Ora ci stanno arrivando tutti. Anche i giornali più noti come Il Fatto Quotidiano iniziano a puntare i riflettori sull’account Instagram “Politica&Amori”, che ha dato il via allo scandalo tra Maria Rosaria Boccia e l’ex ministro Sangiuliano. Per citare proprio Il Fatto: “C’è una domanda, nel caso Boccia-Sangiuliano, alla quale la Procura di Roma dovrà rispondere: chi c’era dietro l’account Instagram “Politica&Amori” che dall’8 agosto imbecca il giornalista Gabriele Parpiglia affinché racconti la liaison tra i due? ”

E poi ancora: “Politica&Amori non soltanto, dopo le comunicazioni su Maria Rosaria Boccia e Sangiuliano, non esiste più, ma nei fatti è stato distrutto: difficilmente si potrà risalire a chi lo gestiva in quelle ore. Ed è il lavoro di un professionista. Le comunicazioni su Sangiuliano e Boccia sono state le ultime: poi è scomparso nel nulla attraverso un know how molto raffinato”.

Il Fatto ha chiesto addirittura a un esperto di digital forensic di analizzare il profilo: «Non si trattava di un comune utente dietro un account anonimo. Era un professionista che ha messo a disposizione di qualcuno – per questo è importante capire chi – un’identità che in passato s’è mossa come un bot e avrebbe anche rubato le “generalità” ad altri profili reali. Negli ultimi sei anni ha cambiato identità circa 800 volte. In alcuni casi è stato utilizzato per spammare commenti su siti pornografici. E ancora: le Vpn (reti virtuali private) utilizzate per mascherare le reali localizzazioni, sono via via cambiate, ma hanno sempre fatto riferimento a paesi dell’est Europa (Romania e Bulgaria)».

Ed ecco le conclusioni dei colleghi: «Qualcuno, quindi, prima di contattare Parpiglia, ha cercato sul mercato chi gli potesse procurare un account non individuabile. Dietro questo profilo si celava un esperto del settore, forse un’agenzia, che, secondo le fonti interpellate vendono questo tipo di servizi tra i 15 e 20 mila euro. È il segno di un piano studiato a tavolino. Con lo scopo di far esplodere il caso Boccia-Sangiuliano. Altro fatto certo: la persona che interloquiva con il giornalista aveva informazioni molto riservate e, in alcuni casi, piuttosto precise». Continua a leggere su LaCitymag.it