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mercoledì 9 ottobre 2024 | 17:20
Politica

Il referendum - Cosenza, Rende e Castrolibero l’1 dicembre decidono su fusione e nome della città unica che punta a essere un motore di sviluppo per l’intera Calabria - Notizie

VIDEO | Ufficiale la data del referendum nel quale verranno sottoposti ai cittadini dei tre comune due quesiti. L'ambizione è quella di costruire un centro di 100mila abitanti a partire dall'Unical dove si sperimenta il connubio fra medicina e intelligenza artificiale

di Massimo Clausi

Come anticipato da LaC News24 i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero saranno chiamati alle urne domenica primo dicembre per il referendum sulla fusione fra i tre comuni. Lo ha stabilito con apposito decreto il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto avente ad oggetto la “modifica dei confini territoriali dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero della provincia di Cosenza”. Si voterà dalle 8 fino alle 21, con le operazioni di scrutinio al via immediatamente dopo la chiusura delle urne e fino alla conclusione delle operazioni. Non è previsto un peso specifico rapportato alla popolazione, né che il sì vinca in tutti e tre i comuni. Il referendum sarà valido con la maggioranza dei voti.

Due i quesiti sulla scheda. Col primo si chiede ai cittadini se si è favorevoli o contrari alla fusione. Col secondo il nome della futura città. Tre i nomi in lizza: Cosenza, Cosenza Rende Castrolibero, Nuova Cosenza. In caso di vittoria del sì la nuova città dovrebbe sorgere, sulla base di intese politiche, nel 2027. Il referendum, per come modificato da una legge omnibus presentata dal centrodestra, avrà valore consultivo ma ovviamente sarà politicamente importante. Sul referendum pendono però tre ricorsi innanzi al Tar presentati dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso, da quello di Castrolibero, Orlandino Greco e dal “comitato per il no” di Rende.

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Si tratta della seconda grande fusione nella nostra regione. La prima fu quella fra Corigliano e Rossano che fece nascere la terza città della Calabria. L’ambizione di questa fusione è arrivare a costruire una città di oltre centomila abitanti, con al centro l’Università della Calabria e la nascita di un policlinico universitario quindi un centro capace di essere motore di sviluppo per tutta la Calabria. Proprio sulle colline di Arcavacata si consuma la sfida futura, quella più avveniristica, che passa dalla idea del rettore Nicola Leone di esplorare le frontiere del possibile connubio tra Intelligenza artificiale e Medicina: l’una può davvero aiutare l’altra? Sulla prima l’Unical ha una lunga tradizione. Basti pensare che lo stesso Leone, il prorettore Francesco Scarcello e il direttore del dipartimento di Matematica e Informatica Gianluigi Greco sono stati insigniti della della EurAI fellowship. Proprio come Georg Gottlob, il massimo esperto di AI venuto in Calabria. L’altra si sta costruendo, ma ha già piazzato buoni colpi. Come l’arrivo in Calabria di Franca Melfi, presidente della Società europea di chirurgia toracica. Un tentativo così ambizioso ha bisogno quindi di una città all’altezza delle aspettative.

Non solo, diverse sono anche le implicazioni politiche di quest’opera di ingegneria istituzionale. È chiaro che l’accorpamento andrà ad incidere profondamente sugli equilibri politici dei territori rispetto lo status quo attuale. Non è un caso che il processo di fusione ha ancora molti avversari che si nascondono dietro paraventi formali e l’attuale circostanza che vivono Cosenza e Rende, la prima piegata da un dissesto finanziario monstre, la seconda con l’amministrazione comunale sciolta per infiltrazioni mafiose. Ma la fusione potrà ridare slancio a tutto il territorio.