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mercoledì 9 ottobre 2024 | 14:19
Politica

Le reazioni - «Far scappare Baker Hughes da Corigliano Rossano è un’offesa a tutti quelli che ogni giorno fuggono dalla Calabria» - Notizie

Il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, invita il Consiglio comunale ad agire per non disperdere l’investimento. Azione: «Mancata la concertazione e la volontà di tutti di sedersi ad un tavolo». La Cisl chiede l'intervento del ministro Urso

di Redazione Politica

«Il mancato investimento di Baker Hughes a Corigliano Rossano rischia di diventare la metafora del decadimento del regionalismo del Sud. Fare scappare da un territorio un'azienda internazionale, solida, che vuole investire risorse e produrre occupazione vera e di qualità è un'offesa a tutti quelli che ogni giorno fuggono dalla Calabria in cerca di lavoro». Così il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, l’indomani del disimpegno della multinazionale americana.

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«A niente serve aggrapparsi alla burocrazia, ai cavilli – specifica il sindacalista facendo riferimento alle iniziative intraprese dall’amministrazione comunale di Corigliano Rossano – se non si hanno a cuore i destini e lo sviluppo del territorio e della collettività. Quando ci sono problemi ci si impegna e si cerca di risolverli nelle sedi opportune e nella legalità. La visione ideologica e personalistica della gestione delle risorse pubbliche, delle infrastrutture materiali e immateriali non può danneggiare un intero territorio e la Calabria. Per queste ragioni – afferma ancora Sposato – continueremo a sostenere tutti gli investimenti di qualità e compatibili con l'ambiente e la salute dei cittadini. Questo di Baker Hughes è uno di quelli ed è un vero peccato perderlo. Confidiamo nell'intero consiglio comunale di Corigliano Rossano affinché si compiano le azioni e gli atti necessari per non disperdere l'investimento. È apprezzabile l'apertura del sindaco di Vibo nel dare la disponibilità ad ospitare l'investimento nel porto del suo territorio. La Calabria – conclude Sposato – merita una classe dirigente che spezzi il racconto comune di un regionalismo del sud inadeguato e assistito, che rischia di alimentare fermenti di divisione e di opacità».

Azione: «Mancata la concertazione, ma se l’investimento si può salvare si agisca subito»

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Azione. «Questa città e, più in generale, il territorio della Sibaritide – spiegano dal circolo calendiano cittadino – non possono permettersi in alcun modo di perdere investimenti importanti e strategici così importante come quello proposto da Baker Hughes. È necessario quanto imperativo sottolineare che, in questi mesi, è mancata qualsiasi forma di concertazione e, forse, anche la volontà da parte di tutte le parti in causa di sedersi attorno a un tavolo per pianificare il miglior programma possibile per stimolare l'investimento, rilanciare il porto, e con esso il tessuto dell'area industriale circostante. È evidente, lo ribadiamo con forza, che non c'è stata una volontà concreta».

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«In questa vicenda – dicono – non c’è un responsabile ma una serie di fatti e circostanze che, purtroppo, hanno portato a questo risultato impietoso. Il problema, ora, è che non resta che leccarsi le ferite. Coloro che hanno dimostrato inedia nell'affrontare questa questione, allo stesso modo con cui si è gestito il progetto per la produzione di idrogeno nel sito di Enel, sembrano più interessati allo scontro frontale piuttosto che a trovare una soluzione concreta. Non si rendono conto di cosa andrà a perdere questo territorio in termini di sviluppo e occupazione. Baker Hughes avrebbe potuto creare 200 posti di lavoro diretti, che sarebbero diventati mille o forse più attraverso l'indotto industriale generato. Fornire mille posti di lavoro in una terra senza prospettive, con un altissimo tasso di migrazione giovanile, significa offrire mille stipendi dignitosi, sostenere mille giovani famiglie, e di conseguenza le scuole, le attività commerciali, e tutte le opportunità che si creano quando c'è una qualità della vita elevata. Purtroppo, non è stato così e, ancora una volta, a causa di una responsabilità collettiva da parte di chi avrebbe potuto trovare una soluzione e non l'ha fatto, Corigliano-Rossano e la Sibaritide continueranno ad arrancare. La nostra comunità merita di più e se c’è ancora una possibilità che questo investimento possa essere salvato, si faccia il possibile e questa volta con serietà, affinché ciò avvenga.

La Fim Cisl nazionale chiede l'intervento del ministro Urso

L’annuncio della multinazionale statunitense Baker Hughes di interrompere l’investimento di oltre 60 milioni, per il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano «rappresenta un fallimento per l’intero Paese. Non possiamo permetterci di farci scappare investimenti di questa portata, soprattutto in una realtà con forti difficoltà industriali e un alto tasso di disoccupazione come quella della Calabria. È necessario un intervento urgente per cercare di recuperare una situazione che rischia di avere ripercussioni ancor più pesanti nel rapporto con la multinazionale americana. Per noi resta incomprensibile e inaccettabile l’opposizione esercitata a livello delle istituzioni locali su questo importante progetto industriale. In questi mesi, come Fim Cisl, ci siamo battuti in tutti i modi per superare questi ostacoli che, come più volte abbiamo denunciato, mettevano a rischio un investimento così importante per la Calabria e il Sud Italia. Chiediamo quindi un intervento immediato del governo italiano direttamente nella persona del ministro Urso e ove necessario del presidente del Consiglio sui vertici della multinazionale per fornire tutte le garanzie possibili e necessari per l’attuazione di questo importante investimento industriale che non possiamo assolutamente permetterci di perdere».

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Il M5s: «Stasi convochi un Consiglio comunale aperto»

«Non pensiamo sia tutto perduto. Crediamo e speriamo, invece, si possa ancora trovare un punto d’incontro tra due visioni che solo in apparenza appaiono diverse e inconciliabili. Alla fine sia i rappresentanti della Baker Hughes, sia l’esecutivo guidato dal sindaco Stasi riconoscono l’importanza dell’investimento per il territorio di Corigliano-Rossano, anche se sulla realizzazione pratica del progetto industriale si addensano nubi». Lo dichiarano, in una nota, gli esponenti del Movimento 5 stelle Vittoria Baldino, Giuseppe Giorno, Anna Laura Orrico, Lidia Sciarrotta, Elisa Scutellà, Davide Tavernise e Pasquale Tridico.

«I diversi punti di vista - proseguono - meritano rispetto e attengono alle diverse responsabilità pubbliche e private. Nondimeno auspichiamo una ripresa delle trattative e il superamento di quelle incomprensioni che hanno caratterizzato per buona parte questa vicenda. Come Movimento 5 Stelle siamo convinti che il porto della terza città della Calabria debba rappresentare un momento di sviluppo per l’intero territorio della Sibaritide senza snaturare le sue prerogative, in parte già presenti. E deve guardare al futuro riuscendo conciliare i tre aspetti che sempre più lo dovranno caratterizzare: la croceristica, la marineria e la vocazione industriale».

«La chiusura delle trattative - aggiungono i pentastellati - non è un messaggio che condividiamo piacevolmente, piuttosto ci saremmo aspettati una risoluzione pacifica della questione con un ruolo primario del Comune coadiuvato dalla Regione e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e di tutti gli enti pubblici coinvolti. Così evidentemente non è stato ma si è ancora in tempo per riprendere in mano la contrattazione e cercare punti di mediazioni, nel pieno rispetto delle leggi vigenti, atti a rimettere in piedi questo progetto e finalmente vederlo realizzare nella sua concretezza. A tal fine - concludono - auspichiamo la convocazione da parte del sindaco Stasi di un Consiglio comunale aperto, per permettere gli interventi di tutti gli attori interessati alla vicenda, dalla politica alla società civile, poiché ravvisiamo ragioni di necessità tali da rendere indifferibile la trattazione di questo argomento».

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I capigruppo del centrodestra: «La sinistra chieda scusa ai calabresi»

«Sul caso Baker la sinistra chieda scusa ai calabresi! Sgomenta la manipolazione della sinistra sul caso Baker Hughes. Addossare al presidente Occhiuto la responsabilità del fallimento di questo investimento così importante in termini di sviluppo e occupazione ha del ridicolo. Il governo regionale, grazie alla sua azione, attrae investimenti, mentre un sindaco miope e un’amministrazione comunale di sinistra fanno scappare una multinazionale dalla Calabria». Così, in una nota, i capigruppo del centrodestra in Consiglio regionale.

«Sin dal primo momento - affermano - l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano ha messo i bastoni tra le ruote alla realizzazione dell’insediamento industriale. Un progetto fondamentale per il rilancio di un’area fortemente carente sia dal punto di vista economico che occupazionale. Eppure, in tutti questi mesi, da sinistra non si è mossa foglia: nessun intervento concreto o tentativo di mediazione verso il sindaco di Corigliano Rossano, che in un crescendo ostinato si è reso sempre più ostile al progetto».

«Oggi, invece di accusare la Giunta regionale, che nei fatti attira continuamente investimenti finalizzati alla crescita dei territori calabresi, Pd e M5S dovrebbero chiedere scusa a tutti i calabresi - proseguono -. Con il loro silenzio politico si stanno rendendo complici di questo delitto. Siamo esattamente davanti a uno scenario in cui abbiamo, da un lato, un governo regionale che in tre anni ha prodotto più risultati di quanto è stato fatto in Calabria negli ultimi 30 anni e, dell’altro, una sinistra calabrese oscurantista e inerme che vuole una regione perennemente condannata alla serie B. Dopo questa triste vicenda, auspichiamo almeno che gli esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale non abbiano mai più il coraggio di commentare i dati sui nostri giovani che lasciano la Calabria per cercare lavoro e fortuna altrove».