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martedì 8 ottobre 2024 | 15:10
Salute

Nuove tecnologie - Convivere con il diabete giovanile, la testimonianza di Stefano e il messaggio ai più piccoli - Notizie

VIDEO | Il ventottenne lametino studia medicina e sogna di specializzarsi proprio in diabetologia. Grazie alle nuove tecnologie per la gestione della patologia ha finalmente raggiunto un suo equilibrio

di Rossella  Galati

«Una campagna di sensibilizzazione sul diabete dice che vivere col diabete è come tenere in equilibrio un palloncino e alcune volte ci possono essere delle difficoltà in più. Immagino ad esempio lo stress pre esame, quindi le iperglicemie, ma in realtà col diabete si può fare di tutto». Aveva appena 7 anni Stefano Gualtieri quando gli venne diagnosticato il diabete di tipo 1. Oggi ne ha 28, studia medicina e sogna di diventare un medico specializzato in diabetologia. «Ho cercato di rendere un punto di forza il mio punto debole - racconta - quindi in futuro potrei scegliere di occuparmi anche di questo ramo e continuare nell'abito professionale, non credo di voler scegliere un'altra strada».

I vantaggi offerti dalle nuove tecnologie

Il giovane lametino, studente dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, è in cura presso l'unità operativa di medicina interna del policlinico universitario dell'Azienda Dulbecco, dalla professoressa Elena Succurro. E proprio grazie al supporto degli specialisti catanzaresi e alle nuove tecnologie utilizzate nel trattamento del diabete, i microinfusori, oggi ha raggiunto un suo equilibrio. «Questo apparecchietto mi consente ad esempio di praticare sport, di fare la conta dei carboidrati, di gestire anche la terapia insulinica prima di ogni pasto e quindi di gestire al meglio il controllo glicemico. Mi aiuta facendomi anche tranquillizzare e rilassare in alcune fasi della giornata con grandi vantaggi rispetto agli anni precedenti quando la gestione della malattia era completamente in mano al paziente».

Il messaggio di Stefano ai più piccoli e l'impegno nelle scuole

Un'esperienza che Stefano porta in giro per le scuole, sensibilizzando alunni e docenti su una gestione in sicurezza del diabete giovanile. «Nelle scuole tante volte questo tema è sconosciuto. Da parte degli insegnanti non ci deve essere un atteggiamento di avversità. Potrebbe capitare ad esempio di non consentire ai bambini di andare in bagno o di consumare uno spuntino in un momento diverso da quello previsto. Quello che dico spesso ai piccoli che scoprono di avere la patologia è che si può fare di tutto, si può andare a mangiare in pizzeria o al pub, ed è fondamentale praticare attività fisica che risulta importante anche nel controllo glicemico. Speriamo di avere delle novità in futuro affinché la gestione terapeutica sia sempre migliore».