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lunedì 19 agosto 2024 | 21:00
Cultura

E lurtmia këngetare - L’ultima cantrice arbëreshe, Giuseppina custode e voce di nenie antiche tradizioni - Notizie

VIDEO | Viene considerata un archivio vivente, capace di nutrire la memoria collettiva e trasmettere ai più giovani un sapere che rischia di andare perduto

di Kristal Berlingieri

Giuseppina De Paola può essere considerata "l'ultima cantrice" della sua comunità per il suo ruolo di custode e divulgatrice delle tradizioni arbëreshë. La parola "cantrice" richiama l'antica figura della donna che trasmette la storia, la cultura e la memoria collettiva attraverso la parola, il canto e la narrazione orale. Pertanto Giuseppina ha da sempre contribuito a tramandare con dedizione e passione i famosi canti arbëreshë, divenendo un archivio vivente capace di collegare il passato al presente attraverso la sua voce e il l suo sapere.

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Nella cultura arbëreshe, come in molte altre culture tradizionali, la trasmissione orale ha avuto un ruolo fondamentale nella conservazione della lingua, delle usanze e della memoria storica. Le canzoni, i racconti e i poemi trasmessi oralmente sono stati per secoli il veicolo principale attraverso il quale la cultura arbëreshe è stata mantenuta viva, specialmente in un contesto di migrazione e insediamento in un nuovo territorio. Giuseppina ha saputo reinterpretare e rivitalizzare questo patrimonio, portando avanti una tradizione che rischia di scomparire.

È di Carfizzi, in provincia di Crotone, e utilizza la sua voce non solo per ricordare il passato, ma anche per dare nuova vita e significato a una cultura che continua ad evolversi. Con gli occhi pieni di lacrime di gioia e voce spezzata inizia a intonare alcuni canti, espressioni musicali che racchiudono secoli di storia, tradizioni e sentimenti della comunità arbëreshe. I testi dei canti parlano di amore, lotta, emigrazione e devozione religiosa, e sono accompagnati da melodie uniche. Ha scelto di intonare un canto tipico a sfondo sentimentale, spiegando con pazienza il significato dei testi, la corretta pronuncia della lingua arbëreshë e le melodie che accompagnano il canto. Una dedizione e un legame senza fine, che guarda ai giovani sì con preoccupazione ma anche con la speranza che le proprie radici culturali vengano riscoperte, valorizzate per dare voce a ciò che rischia di essere dimenticato.